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254 oratio defensoria

altri, che quello che ora è intervenuto a me di essere calunniato falsamente, è in ogni tempo ed in questa cittá, come nelle altre, intervenuto a infiniti uomini di grandissima virtú e bontá, e che erano lo specchio ed omamento delle loro patrie; anzi pare che questa, o invidia o fortuna che la sia, percuota piú spesso e piú volentieri chi manco lo merita, che gli altri; e quello che in ogni tempo è accaduto a tanti e che ora accade a me, può facilmente in futuro accadere a tutti gli altri.

Direi che Roma non ebbe mai né el piú utile né el piú savio cittadino che Fabio Massimo che con la prudenzia sua e col sapersi temporeggiare raffrenò el corso delle vittorie di Annibale; nondimeno quando era piú utile alla republica, ebbe tanto carico di tenere quelli modi co’ quali salvava la cittá, che fu creduto dal popolo che fussi d’accordo con Annibale, e venne in tanta infamia che alla dittatura gli fu dato uno compagno, cosa che né prima né poi non fu mai fatta a Roma; ma non mancò la veritá del solito suo, perché poco poi furono cognosciuti e’ sua meriti e confessato da ognuno che da lui solo s’aveva a ricognoscere la salute della cittá.

Ardirò dire che non solo in Atene che fu sí savia e sí famosa cittá, ma che anche in nessuna altra republica non fu mai el piú degno né el piú glorioso cittadino di Pericle; perché non con forze, non con fazione, né con alcuna corruttela governò trenta anni quella cittá che era libera, con la autoritá sola e riputazione della virtú; e nondimeno perché nella guerra contro a’ Lacedemòni, di che lui era stato consigliatore, seguí qualche disordine, fu con grandissimi carichi e romori deposto dal popolo del governo; benché poco poi accortisi del torto fatto a lui e del danno fatto a sé, lo restituirono maggiore che prima.

Né mi mancherebbono anche esempli nella nostra cittá, e quello che è piú nella famiglia nostra medesima. Messer Giovanni Guicciardini, essendo commissario del campo nostro nello assedio di Lucca, ed essendo el campo nostro sforzato a ritirarsi, fu sanza fondamento alcuno infamato d’avere avuto da-