Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1915 – BEIC 1853668.djvu/35

Da Wikisource.

lauda xv 29


     — Lièvate, maledetto, — ché non poi piú morare;
ne la fronte n’è scritto — tutto el nostro peccare;
quel che nascusi a letto — volevamo operare
oporasse mostrare — vegente onne omo nato.
     — Chi è questo gran sire — rege de grande altura?
sotterra vorria gire — tal me mette paura;
ove porría fugire — da la sua faccia dura?
terra, fa copretura!— ch’io nol veggia adirato.
     — Questo si è Iesú Cristo, — lo figliolo di Dio;
vedenno el volto tristo, — spiacegli el fatto mio;
potemmo fare acquisto — d’aver lo regno sio;
malvagio corpo e rio, — or que avem guadagnato!