Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/106

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e d’essa sia adornata la memoria:
omo ch’ è preite salga sette scale,
e sia spogliato d’omne mala scoria,
392 ch’a terra non deduca le sue ale. —
La Misericordia, vedendo
la battaglia dura del finire,
li tre nemici ensemor convenendo,
ciascuno si la briga de ferire:
— Meser, dacce aiuto defendendo,
che Tomo se ne possa ben schirmire. —
— Olio santo ne l’estremo ungendo,
400 lo Nemico non lo porrá tenire. —
Iustizia ce rieca una virtute
che molto bisogna a questo fatto:
la Fortetute contra rei ferute
si ce speza e dice al gioco: «matto».
Le Sacramenta, ensemor convenute,
con le Virtute hanno fatto patto
de star ensieme e non sian devedute,
40S e la Iustitia si ne fa ’l contratto.
Iustizia si ademanda l’atto
de la virtute en tutto suo piacere:
e la Misericordia tal fatto
per nulla guisa noi pò adempire;
ma se con li Doni pò fare patto,
ha deliberato de exercire:
ensemora domandali questo tratto
416 a Cristo che ce degia sovenire.
Ad esercitare la caritate
lo don de sapienzia c’è dato;
e la speranza ch’è d’alta amistate,
lo don de lo ’ntelletto c’è donato;
la fede che gli cieli ha penetrate,
10don de lo conseglio c’è albergato:
11Doni e le Virtute congregate
424 ensemor hanno fatto parentato.