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IL BUON CUORE 95


cercate di uccider me, uomo, che vi ho detto la verità la quale ho udito da Dio: simil cosa già non fece Abramo. Voi fate quello, che fece il padre vostro. Gli risposero essi pertanto: Noi non siamo di razza di fornicatori: abbiamo un solo padre, Dio. Ma Gesù disse loro: Se Dio fosse il vostro padre, certamente amereste me: imperocchè da Dio sono uscito, e sono venuto: dappoichè non sono venuto da me stesso, ma egli mi ha mandato. Per qual cagione non intendete voi il mio linguaggio? Perchè non potete soffrire le mie parole? Voi avete per padre il diavolo, e volete soddisfare ai desideri del padre vostro: quegli fu omicida fin da principio e non perseverò nella verità, conciossiachè verità non è in lui: quando parla con bugia, parla da suo pari: perchè egli è bugiardo e padre della bugia. A me poi non credete, perchè vi dico la verità. Chi di voi mi convincerà di peccato? Se vi dico la verità, per qual cagione non mi credete? Chi è da Dio, le parole di Dio ascolta. Voi per questo non le ascoltate, perchè non siete da Dio. Gli risposero però i Giudei e dissero: Non diciamo noi con ragione, che tu sei un Samaritano e un indemoniato? Rispose Gesù: Io non sono indemoniato: ma onoro il Padre mio, e voi mi avete vituperato. Ma io non prendo pensiero della mia gloria: v’ha chi cura ne prende, e faranne vendetta. In verità, in verità vi dico: chi custodirà i miei insegnamenti non vedrà morte in eterno. Gli dissero pertanto i Giudei: Adesso riconosciamo, che tu sei un indemoniato. Abramo morì e i profeti: e tu dici: chi custodirà i miei insegnamenti, non gusterà morte in eterno. Sei tu forse da più del padre nostro Abramo, il quale morì? E i profeti morirono. Chi pretendi tu di essere? Rispose Gesù: Se io glorifico me stesso la mia gloria è un niente: è il padre mio quello mi glorifica, il quale voi dite che è vostro Dio. Ma non l’avete conosciuto: io sì che lo conosco, e se dicessi, che nol conosco, sarei bugiardo come voi: ma lo conosco, e osservo le sue parole. Abramo il padre vostro sospirò di vedere questo mio giorno, lo vide e ne tripudiò. Gli dissero però i Giudei: Tu non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo? Disse loro Gesù: In verità, in verità vi dico: prima che fosse fatto Abramo, io sono. Diedero perciò di piglio a de’ sassi per trarglieli: ma Gesù si nascose, e uscì dal tempio.

S. GIOVANNI, Cap. 8.


Pensieri.

«Se rimarrete nella mia parola, sarete veramente miei discepoli.»

Non basta aver creduto, bisogna rimanere nella parola creduta. Non basta aver subito il fascino di una parola inspirata, vibrante d’amore, radiosa di verità; non basta quella parola aver ascoltato con entusiasmo, con ardore, bisogna custodirla nel cuore come un prezioso tesoro e viverla, viverla sempre. Viverla nell’ora della luce, ma anche in quella delle tenebre.

Ogni parola di verità è parola posta per essere centro di molte contradizioni, ma noi dobbiamo rimanere in essa sia quando il rimanervi torna ad onore, sia quando il rimanervi torna a svantaggio.

Noi dobbiam vivere quella parola quando nulla la
contraria e quando sorge contro di essa la tentazione. Anzi allora la verità è più rigogliosa e viva in noi, quando siamo ad essa devoti in mezzo alle bufere e alle tempeste; quando dalla visione interiore non ci distoglie nessun ostacolo, nessuna contradizione.

Allora solo, quando renderemo simile efficace testimonianza alla verità che diciamo di credere, allora solo noi saremo veri discepoli del Maestro e il suo spirito in noi.

Rendere questa testimonianza non è facile sempre: i primi cristiani la resero fra gli spasimi del corpo e furono martiri straziati e dilaniati ed arsi; fra noi, intemerata e magnifica la rendono solo gli eletti, che, spesso, son martiri straziati e dilaniati ed arsi nello spirito....

Il sole splende anche quando le nubi lo velano agli occhi nostri: la verità non muta anche se la sua luce è circonfusa di sangue e di lagrime.... Passan le bufere e più magnifico nel rinnovato sereno il sole splende: passa il sangue, passan le lagrime e la verità esce ancora più vivida per la testimonianza fedele e forte dei suoi devoti.

«La verità vi farà liberi.»

Il culto che noi rendiamo alla verità ci largirà il bene rtigliore che agli uomini sia dato godere: la libertà.

La libertà dalle consuetudini del mondo, la libertà dalle nostre passioni, quella libertà interiore, cosa divina e magnifica, che rimane intatta anche fra le costrinzioni esteriori e le limitazioni, che possono intralciare un’opera esterna, ma non raggiungere mai l’intimo dell’anima nostra. Questa è la sacra libertà che Cristo ci ha largito, e che nessuna potenza o prepotenza umana può menomare.

La verità ci lascerà giudicare degli avvenimenti e delle cose secondo il loro valore reale, e ci salverà dalle illusioni nostre, dai falsi giudizi del mondo....

Ciò ci renderà strani agli occhi dei nostri fratelli, agli occhi di molti di essi, ma quando tutte le cose terrene verranno meno a noi non saranno serbate delusioni amare, ma solo un aumento di luce e di amore.

«Cercate uccidermi perchè la mia parola non penetra in voi.»

Quante volte, leggendo il Vangelo, ci troviam davanti all’incomprensione che Gesù trovò sulla via! Pare il destino d’ogni veggente quello di non esser compreso! Pare sia il premio d’ogni grande d’essere accolto male e calunniato e insidiato e oppresso.

La grandezza dei pochi eccita l’invidia dei molti mediocri e inetti, che temono danneggiati i loro interessi, offuscati se stessi per la luce intensa che emana da essi e, per salvarsi, per tenersi a galla, cercano uccidere i banditori di quella parola che non penetra in essi.

Così nessun uomo grande non è mai degnamente e giustamente apprezzato da’ suoi contemporanei: è necessario che passi il tempo opportuno per sedare le ire e lasciare che la verità trionfi.... è triste, ma fu sempre, ma è ancora così!