Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/201

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cristoforo colombo 181


«Che Colombo vita durante, e i suoi eredi e successori in perpetuo eserciterebbero le funzioni d’ammiraglio in tutte le terre e continenti che avesse scoperti o acquistati nell’Oceano, cogli onori medesimi e le prerogative del grand’almirante di Castiglia nella propria giurisdizione;

«Egli sarebbe vicerè e governatore generale di tutte le suddette terre e continenti, col privilegio di nominare a governo di ciascun’isola o provincia tre candidati, uno dei quali a scelta di Fernando e Isabella;

«Avrebbe diritto a un decimo di tutte le perle, pietre preziose, oro, argento, spezierie, derrate e merci qualunque, rinvenute, comprate, barattate, ovvero ottenute nei limiti della sua giurisdizione, prededotte le spese;

«Colombo, o il suo luogotenente, sarebbe unico giudice di tutte le quistioni o controversie che potessero sorgere in fatto di commercio tra i paesi scoperti e la Spagna, purchè il grand’almirante di Castiglia avesse il medesimo privilegio nella sua giurisdizione;

«Gli sarebbe permesso, allora e in ogni tempo, di concorrere per un’ottava parte nelle spese dell’armamento, e in ricambio aver l’ottavo dei vantaggi;

«Egli e i suoi eredi sono autorizzati a portare il titolo di don».

Appena fu conosciuto a Palos lo scopo della spedizione, i marinaj, genìa permalosa e brontolona, cominciarono a nicchiare; e le donne gli irritavano, e lanciavano sassate agli operaj che allestivano le caravelle. — Come! per saziare un’odiosa vendetta, il re pretende gettare i mariti e fratelli nostri in pascolo ai mostri dell’Oceano? E che cosa pretende cotesto straniero? La vita dei nostri cari non monta a lui, purchè egli s’acquisti un nome».

Invano ogni dì il Governo mandava nuovi ordini alle autorità della provincia; i mercanti ricusavano i viveri e le munizioni; legnajuoli e calafatti scappavano se si pretendeva costringerli a lavorare a queste navi, destinate ad una orribile perdizione. Ma il santo carattere del priore Perez mitigò gli iracondi; determinò un ricco ed intrepido navigante Martino Alonzo Pinzon a gittarsi in quest’impresa; tanto che, presi gli opportuni concerti con Colombo, preparò il terzo legno. Quest’armamento, ottenuto a sì gran pena, costò solo trecentomila franchi; e così si ebbero la Santa Maria, la Pinta, la Nina, navi di costruzione leggera, scoperte e senza ponte fuor che una,