Pagina:Kirchberger - Teoria della relatività, 1923.djvu/132

Da Wikisource.

LA PROVA DEI FATTI 129

una teoria che dovrebbe naturalmente precisare con delle cifre la massa, l’estensione, la posizione di questo ipotetico ammasso di polvere, e verificare queste cifre con delle esperienze, in particolare sulla luce zodiacale. Ma non si può senz’altro respingere la possibilità di un fatto inosservato sino ad ora e che renderebbe possibile l’accordo con la legge di Newton.

La deviazione dei raggi luminosi per mezzo del sole può essere considerata come la prova psicologica della teoria che, in questo caso, ha preceduto l’esperienza. Se si poteva supporre che Einstein avesse “aggiustato” le sue formule per dare una ragione del movimento del perielio di Mercurio, lo stesso dubbio invece è assolutamente impossibile per la deviazione dei raggi luminosi.

Non se ne sapeva assolutamente nulla prima di Einstein; per quanto straordinario ciò sembri, per quanto numerose siano state le fotografie di ecclissi totali di sole prese da astronomi sperimentati (poiché si sa la grande importanza che da lungo tempo si attribuiva all’osservazione di questo fenomeno raro), non se ne aveva nemmeno una che potesse permettere di verificare l’azione supposta. Si è dovuto dunque attendere un nuovo ecclissi, quello del maggio 1919.

Le fotografie prese allora e le misure microscopiche sulle lastre confermarono assolutamente, all’ingrosso, i calcoli di Einstein, ma rilevarono tuttavia delle differenze che non sono completamente trascurabili.

Le cifre seguenti sono tratte da una comuni-

     I - 204