Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/275

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che il giovane godeva e della fiducia riposta dal re in lui, vedendolo colla spada nuda in mano, gli domandò cosa facesse colà a quell’ora, ed in mezzo ad una campagna sì tranquilla. — Io veglio,» rispose, «alla sicurezza del re; le sue bontà a mio riguardo m’impongono il dovere di temer per lui, anche quando sembra non sovrasti verun pericolo. —

«All’indomani mattina, il paggio raccontò ai compagni l’azione del prediletto; dessa ne aumentò l’odio, e credettero d’aver trovata l’occasione di perderlo e sbarazzarsi di lui. In tal risoluzione, si presentarono al re, ed uno di essi gli disse che dovevano palesargli una cosa della massima importanza. — Che cos’è?» chiese il monarca.

«— Quel giovane mercatante,» continuò il paggio, «che ha l’onore di star vicino a vostra maestà, e che voi innalzaste al disopra di tutti i signori della corte, ha concepito il progetto di attentare alla vostra vita; noi l’abbiamo veduto ier sera colla spada in mano, spiando il momento di scagliarsi su voi. —

«Il re, udendo quelle parole mutò di colore, e chiese ai paggi se avessero qualche prova del reo progetto che attribuivano al favorito. Il paggio, che parlava anche a nome degli altri, rispose: — Se il re vuole questa sera finger di dormire, osservare il giovane, vedrà coi propri occhi la verità del nostro asserto. —

«I paggi si recarono poscia dal giovane, e gli dissero: — Il re approva il vostro zelo, e si mostra assai soddisfatto di quanto faceste ieri; questa azione ha vie più aumentata la fiducia che avevagli voi, e non dovete tralasciar di agire nello stesso modo tutte le volte che si presenterà la stessa circostanza. —

«La notte seguente, il re, essendosi ritirato nella sua tenda, finse di dormire come il giorno antecedente, ed aspettò che il giovane comparisse per eseguire il progetto che gli supponeva. Non molto dopo lo vide