Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/567

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fluenza degli sguardi dei malvagi, imperocchè quanto si dice dei funesti effetti di tale influenza è pur troppo vero; è dessa che spinge tante persone alla tomba.

«— Madre,» riprese Alaeddin, «non v’ha alcun asilo che possa sottrarre gli uomini ai decreti della Provvidenza, e ciò che sta scritto in cielo deve necessariamente accadere. Noi siamo tutti destinati a morire, e mio padre, pieno di salute, può esserci tolto domani; se io volessi prendere il suo posto, i mercanti potranno credere alle mie parole, quando dirò loro: «Sono Alaeddin, figlie di Schemseddin?» Non potranno obbiettarmi, e con ragione, ch’essi non gli conobbero mai figliuoli? Ed il fisco non verrà egli a spogliarmi di tutti i beni paterni? Promettetemi, adunque, signora, d’indurre mio padre a condurmi con lui, a mettermi bottega, ed iniziarmi in tutti i dettagli dei commercio.

«La madre d’Alaeddin promise al figliuolo di usar l’influenza che avea sul marito, per indurlo ad accondiscendere alla sua domanda. Il mercante, entrato in quel mentre, e trovato il figlio nell’appartamento della consorte, le domandò perchè l’avesse fatto uscire dal sotterraneo.

«— Non sono stata io,» rispos’ella; lo schiavo incaricato di servirlo dimenticò di chiudere la porta, e vostro figliò è salito, da me nel momento ch’io aveva qui gran compagnia. —

«Dopo quella spiegazione, la moglie del mercante l’informò del colloquio tenuto col figlio. Schemseddin promise di condurlo l’indomani con lui, raccomandandogli di far attenzione al modo con cui si trattano gli affari, ed istudiare la gentilezza in uso fra i commercianti.

«Alaeddin, al colmo della gioia, aspettò l’indomani con impazienza. Suo padre lo condusse al bagno alla mattina, e lo rivestì d’un magnifico abito.