Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/680

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lari che ottenni dalla bontà divina, cui non cesso di ringraziare. —

«Aaron, contento del racconto di Abu Mohammed Alkeslan, accettò assai volentieri i presenti, avendo notati fra essi vari diamanti, d’una grossezza e beltà tale, che superavano d’assai i desiderii di Zobeide. Egli compartì, in concambio, ad Abu Mohammed le dimostrazioni più luminose della sua generosità e benevolenza, rimandandolo a Basra ricolmo d’onori e di benefizi.»

— Sorella,» disse Dinarzade, appena la sultana ebbe finito il racconto di Abu Mohammed, «sai che il sultano ama molto queste avventure che accadevano al califfo Aaron Alraschild quando usciva la sera di palazzo; mi ricordo d’averti udita parlare d’un incontro che fece, e pel quale fu un momento tentato di dubitare se fosse il vero califfo di Bagdad, il sovrano Commendatore dei credenti. — Tu vuoi parlare della storia di Ali Mohammed il gioielliere, o del falso califfo, sorella,» rispose Sheherazade, «e potrei raccontarla domani, se il sultano volesse lasciarmi ancora in vita.» Schahriar, interessato da quell’annuncio, risolse, per soddisfarla, di differire ancora la morte della sultana.

NOTTE DXXV

La sultana delle Indie cominciò la seguente storia in codesti sensi: