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i. — verità di ragione e di fatto 15

E quale è dunque l'ultima ragione della volontà divina? L'intelletto divino. Quale la ragione dell'intelletto divino? L'armonia delle cose. Quale dell'armonia delle cose? Nulla. Per esempio, della proposizione 2 : 4 = 4 : 8 non si può dare alcuna ragione, neppure attraverso la stessa volontà divina. Quella verità dipende dall'essenza stessa o idea delle cose.

(Frammento De resurrectione corporum, 1671, Ak. II, I, 117).


L'intelletto divino è insomma determinato dalle verità di ragione, e la volontà divina non può agire se non nell'ambito segnato da esse. La volontà divina, ora, si esplica nelle verità di fatto. Esse, ed esse sole, sono create da Dio per un atto libero della sua volontà.


Dio è la ragione prima delle cose: poiché quelle che sono limitate, come tutto ciò che noi vediamo e sperimentiamo, sono contingenti e non hanno nulla in sé che renda la loro esistenza necessaria; essendo chiaro che il tempo, lo spazio e la materia, uniti e uniformi in sé stessi, e indifferenti a tutto, avrebbero potuto ricevere movimenti e figure totalmente diversi e in tutt'altro ordine. Bisogna dunque cercare la ragione dell'esistenza del mondo, che è tutto l'insieme delle cose contingenti: e bisogna cercarla nella sostanza che contiene la ragione della sua esistenza in se stessa1, e che, per conseguenza, è necessaria ed eterna. Bisogna pure che tale causa sia intelligente: poiché dato che questo mondo che esiste è contingente, essendo egualmente possibili ed egualmente pretendenti all'esistenza per così dire al pari di esso una infinità di altri mondi, bisogna che la causa del mondo abbia avuto rapporto e riguardo a tutti questi mondi possibili, por determinarne uno. E questo riguardo o rapporto di una

  1. Tale sostanza è Dio. Crf. la prima definizione dell'Etica di Spinoza: «Per causam sui intelligo id, cujus essentia involvit existentiam; sive id, cujus natura non potest concipi, nisi existens»