Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/60

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ANNO 1816 • LETTERE 11-12 29 l’obbligazione di un’altra in data 7 Alaggio sottosegnata dallo sole iniziali G. L. Io non feci uso di quest«1 perché trattava di cose piccole e perché conteneva do’ confronti e delle Iodi di un nostro Collega,’- le quali avrebbero dato all’articolo un’aria di sospetta parzialità. Non abbiamo fatto uso di quella sopra Madama di Staci perché tali risposte crebbero a tal numero e tut to versavano talmente sullo stesse cose, che noi credemmo opportuno ometterle tutte, o per non offendere l’amor proprio di alcuno o por non abusare della pazienza del pubblico: tanto pili che pochi giorni prima fummo prevenuti dalla lettera ohe qui stampò separatamente certo sig.r Londonio sull’¡stesso argomento.8 Spero ch’Ella rimarrà persuasa di queste ragioni e elio vorrà credere ui sentimenti di stima colla quale ho l’onore di essere di Lei, stimatissimo Sig.r Conte, Umili."10 Devot.111,1»Servitore TI Direttore della Biblioteca Italiana. 1£. Ad Antonio Fortunato Stella. - Milano:’ liecanati lo Novembre 1816. Ornatissimo Signore. Non so se le abbia dato nel genio l’articolo sopra il Salterio italianizzato, ch’ebbi il piacere di prometterle blioteca italiana, sul consiglio dato dalla baronessa di Staël agli Italiani di porre opera a conoscere le letterature straniere. Non fu pubblicalo per lo ragioni accennate dall’Acerbi in questa stessa lettera; oggi si può leggere tra gli Scrini vari inediti dalle carte, napoletane, Firenze, Lo Monnier, 1906, p. 156 e segg. 1 È l’articolo, in verità un po’ caustico, sulla traduzione in verso italiano di tutti i poeti classici greci, elio Bernardo Bellini aveva disegnata, cominciando dagl’Inni di Callimaco. Esso fu cestinato. Il Luzio ne trovò l’autografo a Mantova fra le carte dell’Acerbi, e lo pubblicò nella Miscellanea nuziale RossiTeiss (Bergamo, ’97): ora si può pili facilmente loggero nel II volume degli Scritti letterari di G. L. a cura di G. Mestica; Firenze, Succoss. Le Monnier, 1899, pp. 81 e segg. NeH’autogrnfo napolitano di detto articolo, Giacomo aveva aggiunto come una specie di Poscrit.ta: «È inutile dirvi che io desidero che pubblichiate questa lettera nel Num. di questo mese. Pro babil ¡sminamento, malgrado i vostri inviti agl’italiani, questo desiderio non gioverà nulla, e non sarà questa la prima volta che io mi pento di non essormi risparmiato l’incomodo, ma certamente sarà l’ultima che voi ricoverete quello ili una min, lettera; di che a ragione andrete lieti». Dopo che l’Acerbi gli ebbe cestinato l’articolo, G. scrisse sotto alla poscritta: «Fu spedita questa lettora ai compilatori della Biblioteca Italiana, ma non fu pubblicata». Nella copia inviata ai detti Compilatori la poscritta manca. La dieliiaraziono che questo sarebbe stato l’ultimo «incomodo» di G. alla Biblioteca italiana fu poi smentita dai fatti. 2 II Monti. 3 La lettera di Carlo Londonio usci anonima col titolo: Risposta di un Italiano ai due discorsi di Madama di Staël inseriti nei numeri T e VI della Biblioteca italiana (Milano, Pirotta, 1810). Le idee del Londonio concordavano con quello del Leopardi: «Ben lungi dal soffrire che si prendano ad imitare gli stranieri, non vorrei neppure ohe s’imitassero, come si fa da tanti, i nostri classici, mentre l’imitazione è la tomba del genio». 4 Ê questa la prima lettora scritta da Giacomo direttamente al noto editore. — Antonio Fortunato Stella, nato a Venezia nel 1757, era stato