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202 ii - paralipomeni della batracomiomachia

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     Come un liuto rugginoso e duro,
che sia molti anni giá muto rimaso,
risponde con un suon fioco ed oscuro
a chi lo tenti o lo percota a caso,
tal con un profferir torbo ed impuro
che fean mezzo le labbra e mezzo il naso,
rompendo del tacer l’abito antico,
risposer l’ombre a quel del mondo aprico.
29
     E gli ordinâr che, riveduto il sole,
di penetrar fra’ suoi trovasse via;
che poi ch’entrar della terrestre mole
potea nel cupo, anche colá potria;
ivi in pensieri, in opre ed in parole
seguisse quel che móstro gli saria
per lavar di sua gente il disonore
dal general di nome Assaggiatore.
30
     Era questi un guerrier canuto e prode,
che, per senno e virtú pregiato e culto,
d’un vano perigliar la vana lode
fuggía, vivendo a piú potere occulto;
trattar le ciance come cose sode
a gente di cervel non bene adulto
lasciando, e sotto non superbo tetto
schifando del servaggio il grave aspetto.
31
     Infermo egli a giacer s’era trovato
quando il granchio alle spalle ebbero i suoi,
ed, a congiure sceniche invitato,
chiusi sempre gli orecchi avea di poi,
onde cattivo cittadin chiamato
era talor dai fuggitivi eroi;
ed ei tranquillo in sua virtú, la poco
saggia natura altrui prendeva in gioco.