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312 la conquista della conca di plezzo


attacco frontale di simili posizioni appaiono immense. Gli austriaci dimostrano un’abilità singolare a trarre vantaggio da tutte le risorse del terreno. Hanno il genio del nascondiglio.

L’azione è perciò più attiva e più mossa ai fianchi, contro alle due montagne laterali. Verso lo Javorcek l’offensiva è avanzata dal Monte Nero. Essa si mosse risolutamente il 14 di agosto, puntando lungo il vallone dello Slatenik, che gli austriaci avevano sbarrato con trinceramenti. Il 15 una prima trincea venne espugnata e vi furono presi trecento prigionieri. Il combattimento non sostò. Il 16, nuove trincee fra la cresta del Vrsic e una località detta Dol Planina, sul versante occidentale delle propaggini del Monte Nero, erano conquistate. Il nemico contrattaccò, fu respinto, e il 17 agosto facevamo un altro passo avanti dalla cresta di Vrsic in direzione dello Javorcek, ricacciando dopo viva lotta gli austriaci da un’estesa linea di trincee. Intanto dei reparti alpini, scesi dalla Valle Resia, scesi per la Sella Prevala dalla Valle Raccolana, appoggiati da forze che salivano da Saga, incominciavano i primi movimenti per investire il Rombon, il baluarido di sinistra.


Dal nostro punto di osservazione vedevamo il Rombon quasi sopra di noi, brullo, severo, smisurato. Ci pareva di essere sopra una delle sue stesse balze. Solleva la sua vetta oltre i