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330 nell'alta valle dell'isonzo


Udivamo infatti di tanto in tanto il rantolo di qualche grossa granata austriaca, che veniva a scoppiare alle falde dello sperone sul quale eravamo. Dei colpi rispondevano; noi potevamo seguire da vicino la manovra pacata di alcuni artiglieri nostri, intorno ad un pezzo imboscato in un intreccio di cespugli. Facevano fuoco ogni cinque, ogni sei minuti, per non permettere al nemico di scoprire la vampa, e fra un colpo e l’altro si sedevano intorno, conversavano, leggevano un vecchio giornale che passava da mano a mano, compitato e commentato. Nelle vicinanze il terreno era squarciato dai proiettili. Una granata da 305, caduta recentemente, vi aveva aperto una cavità larga, irregolare, profonda, nella quale dei soldati raccoglievano pesanti schegge di acciaio.

Il primo bombardamento austriaco cominciò il 26 maggio. Non fece danni e non fermò le nostre truppe. Si iniziava l’investimento della piazzaforte. L’operazione non pareva estremamente difficile; le colline di Santa Maria e di Santa Lucia non lasciavano scorgere ancora le loro difese imboscate. Gravi ostacoli già ci sbarravano il passo di fronte a Gorizia, e sembravano più facili forse quelle alture di Tolmino, che non avevano l’aspetto possente e ostile del Sabotino e del Podgora. Nei primi giorni di giugno Tolmino parve seriamente minacciata da noi, e si poteva credere allora che su Tol-