Pagina:Luigi Barzini - L'Argentina vista come è.djvu/141

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andando all’estancia


dà un'idea dell'importanza degli allevamenti argentini, e anche della poca divisione della proprietà. La pastorizia è l'unica industria veramente argentina, e forse la più lucrosa perchè richiede il minimum di lavoro, e perchè le crisi e le tariffe non hanno una influenza diretta sul suo sviluppo. Le bestie tranquillamente s'ingrassano e si riproducono sotto qualunque governo, e persino durante le rivoluzioni. I loro nemici sono soltanto la siccità che le affama e l'inondazione che le affoga. Nel '900 nella provincia di Buenos Aires sono morti affogati sopra a mezzo milione di capi di bestiame.

La concorrenza degli allevatori nord-americani ed australiani ha indotto i principali estancieri argentini a modificare i loro antichi sistemi. Gli allevamenti si fanno ora non più sulla terra vergine, ma su quella per molti anni solcata dall'aratro perchè l'erba vi è più molle e più folta. Parte delle estancie perciò sono date in affitto o a mezzadria per la lavorazione. Questa temporaneità del lavoro campestre, sia detto di passaggio, non giova certo all'avvenire dell'agricoltura in varie provincie, al quale avvenire è intimamente legata la sorte di tanti nostri emigranti. Fortunatamente l'allevamento, migliorandosi la terra, ha bisogno di meno spazio. Oggi si comprende poi che la qualità ha maggior valore della quantità. S'introducono a migliaia i riproduttori inglesi e si studia di migliorare le ossute e cotennose razze criolle con l'incrocio dei shorthorns, dei durhams, degli herefords per i bovini, degli hampshires, dei leycesters, dei rambouillets, dei lincolns per gli ovini, e delle migliori razze di cavalli da corsa, da tiro, da sella e da lavoro.

L'esportazione di bestiame ha raggiunto una media di mezzo milione circa d'animali all'anno. Parola d'onore, di fronte a questa cifra ci sarebbe da stupire della crisi argentina e delle profonde miserie di quella Repubblica, se non si conoscesse che razza d'ammini-