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76 l'argentina e gli italiani

Le accuse a carico di giudici piovono giornalmente sulle colonne dei giornali di tutti i partiti, ma le autorità governative rimangono bene spesso indifferenti. La Nacion ha fatto, inutilmente, una vera campagna contro un giudice molto influente della Capitale, accusandolo velatamente di vita immorale, scandalosa, di affari loschi, di parzialità. Alcune di quelle schiave bianche, che infami trafficanti traggono con inganno dai villaggi d'Europa, e per la cui sorte i Governi ora cominciano a preoccuparsi, riuscirono a fuggire dalle mani dei loro «padroni» e ricorsero alla polizia, che arrestò i colpevoli. Ma il giudice in questione diede ordine di liberarli e fece carcerare quelle infelici. La stampa accusò il giudice d'aver favorito degli «amici personali»; ed egli è sempre giudice! Un altro giudice proscioglie dei detentori di bische clandestine e poi ordina che sia tolta ogni sorveglianza sulle case da giuoco: viene accusato di favoritismo, ma resta sempre giudice. Un giudice è denunziato per falsificazione in atto privato e non viene nemmeno sospeso dalle funzioni. (Patria, 30 dicembre). La Prensa riporta da un giornale provinciale che parla della giustizia corrotta: «Il potere esecutivo non pensa a porvi un rimedio, anzi ora si tratterebbe di dare un avanzamento a qualcuno dei magistrati sotto la cui giurisdizione sono scomparse considerevoli somme di denaro appartenenti ai depositi giudiziari...»

Nelle Colonie vi sono di quei giudici che per ironia si chiamano di pace, che fanno ordinanze di sequestro a danno dei coloni, portando loro via i raccolti, gli animali da lavoro, gli attrezzi, tutto, e lasciandoli spesso nella più dolorosa miseria. (La Liberdad di Cordoba, 2 aprile).

Un gruppo di coraggiosi, abitanti un pueblito nel Rio Negro, ha domandato al ministro della giustizia di ritirare il Giudice di Pace e sostituirlo con una persona per bene. Quel degno magistrato sarebbe stato