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due corone, che tien sul petto, mostrano ch’ei le avea conseguite per premj in guerra, del qual uso molte iscrizioni fanno memoria. Dalla lorica intera, e dall’ocree, o sia gambiere, può congetturarsi fosse de’ Catafratti, diremmo in oggi Corazzieri. In mano ha la vite, che tenea luogo delle moderne canne o mazze (Plin. l. 14., c. 1: Centurionum in manu vitis. V. Plut. in Galba): con essa battevano i soldati quando delinquessero, ed era la propria insegna de’ Centurioni, talchè da essa tal carica si denominava, leggendosi in Eusebio (Hist. lib. 7: τιμή τις, ec.) che Vite era dignità presso Romani, qual chi avea, diceasi Centurione). Per ultimo d’un altro de’ nostri cittadini risusciteremo il nome, cioè di Quarto Annio Saturnino, che fu Prefetto de’ Vigili (v. Ins. XXXII). Era questo un corpo di milizia molto distinto, composto di sette coorti, ognuna delle quali divisa in sette centurie, quali erano la notte di guardia a tutta Roma. Intorno all’ufizio del loro supremo comandante chiamato Prefetto veggasi nel primo libro de’ Digesti il suo titolo: il nostro Saturnino e la tribù Publicia professa nell’iscrizione, e il nome della patria aggiunge.

La più bella forse ed util parte della grand’opera del nostro Plinio è la descrizion geografica ch’ei ci diede del mondo allor conosciuto. Grandissimo danno è che maltrattata in più luoghi, e anche mal divisa ci appaia quella dell’Italia nel libro terzo, quale non sia chi speri di risarcir del tutto, se qualche esimio codice non dà fuori. Nuova division dell’Italia