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arco traiano 145

a Traiano, con lunga veste, stretta col solito cingolo alla vita, e molto somigliante a quella che portano le due vittorie dei timpani (Tav. X e XI), in atto di muovere il passo. È evidentissimo che ambedue si volgano alla descritta donna, cui par che manifestino la loro gratitudine. Peccato che ad entrambi manchino le braccia quasi per intero. Ma non per tanto, pur così mutilati, son due pezzi ammirabili di scultura, il primo per la somma maestria del nudo, la seconda per la eleganza dei ripiegamenti delle vesti, ed entrambi per una commoventissima espressione di movimento e di vita. Par che dai loro labbri escano addirittura le parole.

Lor dinanzi vedesi scolpita in tutto rilievo una cornucopia ricurva, conica, con la cima rotta attaccata alla veste della descritta matrona; e di dietro ad essa un tronco verticale ricurvo, piramidato quadrangolarmente, scolpito anche in tutto rilievo. Rossi prende questi due pezzi per una prora biforcuta di nave, mentre il primo è una cornucopia e il secondo un pezzo di aratro. Ei vede pur dei flutti. Con la prora di nave è naturale che veda anche le onde! Ma se qualche cosa di più che il solito terreno è scolpita in quel posto, essa non accenna per nulla a dei flutti, per fortuna dei due poveri fanciulletti, i quali, altrimenti, starebbero nell’acqua, con poca verosimiglianza e nessuna ragione plausibile. Invece quel rilievo rappresenta un pezzo di terreno aratorio, coltivabile, il cui significato intenderemo fra breve.

Nel terzo piano, fra il guerriero e Traiano, è scolpita una figura di donna con la veste stretta dal cingolo e la sopravveste, identiche affatto a quelle dell’altra donna descritta. Ha sul capo il casco dall’orlo superiore ondulato, che abbiamo già visto portarsi da Cerere nella tav. XIX; e non porta al di sotto di esso alcuna corona di frondi. Con la sinistra mano, che è la sola che scorgesi, sostiene una lunga e acuta cornucopia piena di frutta, fra cui vi ha pere, mele ed una pina. Ella è rivolta alla precedente donna.

Al di dietro di lei, alla destra di Traiano, scorgesi la testa di un’altra donna con eguale acconciatura del capo (non diversa, come vuol Rossi1) dell’ultima descritta.

  1. Op. cit. num. 363.