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atto terzo | 203 |
a renderti felice, io son contento:
che si chiami la figlia.
Adriano. Accetti dunque
le offerte mie?
Osroa. Chi ricusar potrebbe?
Adriano. Ah! tu mi rendi, amico,
il perduto riposo. Aquilio, a noi
la principessa invia.
Aquilio. Ubbidito sarai. (Sabina è mia!) (parte)
Adriano. Ora a viver comincio. Olá! togliete (escono due guardie)
quelle catene al re de’ parti.
Osroa. Ancora
non è tempo, Adriano. Io goderei
prima de’ doni tuoi che tu de’ miei.
Adriano. Van riguardo. Eseguite (alle guardie)
il cenno mio.
Osroa. Non è dover. Partite. (partono le guardie)
Adriano. Del peso ingiurioso io pur vorrei
vederti alleggerir.
Osroa. Son sí contento,
pensando all’avvenir, ch’io non lo sento.
Adriano. E pur non viene. (guardando per la scena)
Osroa. Impaziente anch’io
ne sono al par di te.
Adriano. La principessa
io vado ad affrettar. (s’alza)
Osroa. No: giá s’appressa.
(s’alza, trattenendolo)
SCENA V
Emirena, Adriano ed Osroa.
Osroa. (ad Adriano) A lei primiero
meglio sará ch’io tutto spieghi.