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atto terzo | 179 |
roman diventerá. Numi custodi
di quest’almo terren, dèe protettrici
della stirpe d’Enea, confido a voi
questo popol d’eroi: sian vostra cura
questo suol, questi tetti e queste mura.
Fate che sempre in esse
la costanza, la fé, la gloria alberghi,
la giustizia, il valore. E, se giammai
minaccia al Campidoglio
alcun astro maligno influssi rei,
ecco Regolo, o dèi: Regolo solo
sia la vittima vostra, e si consumi
tutta l’ira del ciel sul capo mio.
Ma Roma illesa... Ah! qui si piange: addio!
Romani. Onor di questa sponda,
padre di Roma, addio.
Degli anni e dell’obblio
noi trionfiam per te.
Ma troppo costa il vanto;
Roma ti perde intanto;
ed ogni etá feconda
di Regoli non è.