Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/368

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358 GUERRE GOTTICHE

meritamente nomarti mio padre; e quindi ovunque bramerai ti saremo compagni d’armi.» Giustiniano Augusto, letto il foglio, ed ascoltate le dicerie degli oratori, subito licenziolli, rispondendo loro a voce, e per iscritto al re, essere Belisario l’imperatore della guerra, e poter egli in modo assoluto venire ad accordi quando li giudicasse per lo migliore.


CAPO XXII.

Tulliano sbaraglia i Gotti nella Lucania. — Lettera di Belisario a Totila per distorlo dallo sterminio di Roma. Il re ne abbandona le mura quasi spoglie di abitatori. Giovanni passa ad Idrunte. A Tulliano vien meno ogni soccorso.

I. Intanto che gli ambasciadori da Bizanzio ricalcavano la via dell’Italia ebbevi nella Lucania quanto prendiamo a descrivere. Tulliano, armati in corpo gli agricoltori della regione, si era posto in guardia presso quelle angustissime gole per impedire ai nemici di portar danno al paese; ed avea seco nella impresa trecento Ante lasciativi, a sua inchiesta, qualche tempo prima da Giovanni, essendo costoro valentissimi sopra ogni altro nel combatter su pe’ luoghi di malagevole accesso. Totila informatone ed estimando non poter sperar bene se avesse affidato a soli Gotti lo scacciarli di là, mise in armi gran numero di villani ed unitavi piccola turba de’ suoi impose loro che ad ogni costo superassero que’ passi. Venuti alle mani tenzonarono lungamente gli uni contro agli altri, ma da ultimo gli Ante, non dimentichi dell’antica bravura e soccorsi dalle dif-