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è tolto da un episodio delle antiche cronache romene; è noto soprattutto come novelliere ed autore di quel vero capolavoro ch’è «Alexandru Lăpușeanu», vigorosa novella storica tratta da un episodio della vita di questo feroce Voda rumeno, che, durante un banchetto, fece spietatamente trucidare quaranta «boieri» e ne dispose le teste a piramide per «guarir dalla paura» la consorte inorridita dalle sue continue crudeltà e che finisce, d’accordo col Metropolita, coll’avvelenarlo per liberar la Moldavia da un simile mostro. Malgrado, come aderente al programma del Kogălniceanu, il Negruzzi s’ispiri di preferenza alle antiche cronache romene, risente dell’influsso letterario francese, soprattutto del Mérimée, del quale tradusse la novella «Federigo», localizzandola in Moldavia col titolo di «Toderică».

Diamo qui la traduzione italiana del brano più caratteristico della novella del Negruzzi:


Dall’ «Alexandru Lăpușneanu» di Costache Negruzzi.

Lăpușneanu comandò di sparecchiar la tavola e di toglier via le posate; poi fece tagliare le teste agli uccisi e buttarne i corpi dalla finestra. Dopo di che, prendendo le teste, le dispose in mezzo alla tavola con calma e ordine, mettendo sotto quelle dei «boieri» di minore importanza e di sopra quelle dei più grandi, a seconda delle famiglie e delle cariche, finché ebbe formata una piramide di 47 teste, il cui vertice coprì con quella di un Gran Logotheta. Poi, lavatesi le mani, si diresse verso una porta laterale, tirò il chiavistello e la barra di legno che la chiudeva ed entrò nell’appartamento della principessa.

La buona principessa, spaventata da tutto quel chiasso, pregava davanti all’icona, avendo accanto i figliuoli. — Ah! — gridò lei — gloria alla Vergine Santa che ti vedo! Ho avuto una gran paura!

— A ciò, come ti avevo promesso, ho trovato per te un rimedio. Vieni con me, Principessa!

— Ma... quelle grida, quegli urli che ho uditi?

— Nulla! I «boieri» si sono azzuffati tra di loro, ma io li ho calmati.

Ciò dicendo, prese Ruxanda per mano e la condusse nella sala del banchetto. Allo spettacolo orrendo, ella dette un grido acuto e svenne.

— Le donne son sempre donne! — disse Lăpușneanu sorridendo — invece di rallegrarsi, ecco che si spaventa!

E, presala in braccio, la portò ne’ suoi appartamenti.

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Al massacro nel palazzo seguì la strage nel cortile. I servi dei «boieri», vedendosi aggrediti alla sprovvista, presero la fuga. I pochi che, riuscendo a oltrepassare le mura, si salvarono, dettero l’allarme nelle case dei «boieri»; e, raccolti altri servi e nobili uomini, sollevarono il popolo. Allora tutta la città accorse verso il cortile del Palazzo, e cominciarono ad abbat-