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DI MONTE BALDO. 91

nero: tutta la pianta è maggiore, et più crassa, che non è quella del Scordeo comune. Nasce in ogni luogo, tra sassi, lungo le strade, et anco ne' margini de' Campi. Hà odore di Aglio, come lo Scordeo, et viene adoprata da gli Speciali in tutta Candia in vece di quello. lo credo, che questa pianta sia il vero Scordote Pliniano; imperoche benissimo è conforme à quella descrittione; et forse non è stato sin' hora da altri conosciuto, benche già otto, ò nove anni, n'habbia mandato il seme à Vicenza, et à Padova. Il Lobelio, il Pena, et il Dalecampio descrivono per lo Scordote lo Stachi di Dioscoride, la Salvia silvestre, et il Gallitrico delle Speciarie, le quali sono piante da ogn'uno conosciute, nè sono le legitime; imperoche non spirano odore di aglio, nè le sue facoltadi corrispondono à quanto ne scrive Plinio, il quale parlando di que' medicamenti, che giovano alla tosse, disse. Et così l'Herba Scordote co'l Nasturtio, et con la Ragia secca pesta co'l Mele, et per se sola fà l'espurgo facile. Il suo succo corrobora lo stomacho. Una dramma di questa fresca, et pesta co'l Vino, ò bevuta cotta ferma il corpo. Purga con Mele le ferite vecchie, et consuma l'escrescenza della carne soprapostavi in polvere. Provoca i menstrui, et il sudore. Preso una dramma del suo succo in quattro bicchieri d'Acqua melata, accelera il parto; et è contraria a' Veleni, et alle Malie. Fino quì il Belli.

Questa Pianta fu riferita da Plinio di mente di Leneo; ma egli ne soggiunse un'altra con foglia più larga, et simile a quella del Mentastro; della quale hò voluto rappresentarne la figura, tolta da pianta nata al Signor


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Luogo. Odore. Lib. 25. al cap. 6. Scordote secondo