Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/240

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226 trenta per cento

gnare insomma: ce lo lasceremo per tre mesi e tutto quello che ne abbiamo ricavato lo porteremo alla banca. In tre mesi signora mia si ha quasi una somma eguale a quella che s’è consegnata: è una bellezza. Con trecento lire, per esempio, se ce ne danno trecento al Monte, abbiamo.... abbiamo in tre mesi centottanta lire d’interesse. Si spegnano le cose impegnate, e le centottanta lire restano. Oh abbiamo fatto i nostri calcoli, Totonno e io.

— Povera Raffaella — disse la signora Eleonora, con un lieve sospiro.

— E che povera? Quando ci è la roba e ci è la salute, nessuno è povero; e le banche, signora mia, non fanno più esser povero nessuno.

La signora, chino il capo, leggeva.

— Me le date, Eccellenza, queste tre ore di libertà? Dobbiamo andare al Monte e dopo alla banca. Al Monte ci è sempre folla. Tutti vogliono metter denaro sopra le banche e tutti impegnano. Daremo anche bei materassi di lana, per fare la somma più grande. Genovieffa, la portinaia, si è impegnata finanche una santa Genovieffa tutta di argento, che quello è un vero sacrilegio....

— Va, va, povera Raffaella!... — mormorò dolcemente la padrona.

— Non vi serve niente?

— No, niente.

— Buongiorno, Eccellenza.