Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/43

Da Wikisource.

all’erta, sentinella! 29

perchè egli aveva un cuore grande. Non lo sapeva forse che sarebbe andata a vivere in un’isola, fra i galeotti? Lo sapeva, aveva accettato, pensando che si sarebbe isolata, che si sarebbe stretta a quell’uomo buono e generoso, che l’avrebbe consolata di tutto. Era un temperamento sensibile e delicato di donna, che fremeva subitamente di dolore e di tenerezza; ma aveva anche una forza spirituale nell’anima, la forza che hanno le anime, semplici e buone. Era venuta incinta, in quell’isola, negli ultimi mesi: e si era chiusa in casa immediatamente, per sottrarsi a una vista che le faceva ribrezzo. Ma nessuna chiusura di porta o di finestra aveva potuto liberarla dalle voci notturne delle sentinelle che vegliavano. Quante notti senza dormire, udendo quel lungo richiamo, lungo richiamo che si ripetea di quarto in quarto d’ora, insistente, continuo, immancabile! Nella sua casetta, che ella aveva adornata con un gusto semplice, nelle ore della sera, quando, tendendo l’orecchio, ascoltava il rumore del mare, ella poteva immaginare di essere in un’isola, proprio nella bella isola che abitava, fra il cielo e il mare, tra i fiori degli spalti e i profumi che salivano dalle rive: ma una voce, insistente, immancabile, disperdeva il suo sogno, dicendole:

— Bada, questo è un carcere.

Che notti! Mentre il capitano Gigli dormiva placidamente, nel riposo dell’uomo che ha molto