Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/293

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eldorado. 283

anzi per vincersi, Joanna lesse quattro o cinque giornali, segnati di azzurro, una frase, una linea, una parola in lode del Tempo; siccome la vendita cresceva visibilmente, e il Tempo diventava più forte e più orgoglioso, le lodi degli altri giornali diventavano più parche, più brevi, più asciutte: e la gran maggioranza della stampa italiana, irritata dalla grande tiratura del Tempo, confrontandola con la propria meschina tiratura, serbava rancore profondo al giornale e attaccava copertamente, con allusioni maligne, o assaltava a viso aperto, con accuse violente e strampalate. Riccardo Joanna leggeva tutto, dalla prima parola sino all’ultima, talvolta sorridente, talvolta pensoso, non andando, apparentemente, mai in collera, abituato oramai all’ingiuria quotidiana, sapendone la causa palese e quella segreta. Anzi, spesso, tutto questo livore accumulato contro lui, allo scoppio rumoroso di tanti odii, lo rendeva orgoglioso, sentendo la forza che dà l’inimico: e piegava il capo, sorridendo, come per lasciar passare l’insulto. Oh nulla, più nulla restava del focoso animo meridionale, trabalzante a ogni più piccola frase che rivelasse malanimo, nello scrittore! Del giornalista che si era battuto due volte, per certi suoi articoli politici, nel Baiardo, del cronista mondano che quand’era al giornale