Pagina:Sull'opportunità delle strade ferrate nello Stato Pontificio.djvu/22

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guardo alla rispettabile classe che contempla, che per la sua ragionevolezza.

Gli oppositori vedono o almeno proclamano essere le strade ferrate di danno ai commercianti, perchè la comodità delle strade ferrate (essi dicono) farà sì, che il numero degli speculatori si aumenterà, ed in ragione dell’aumento diminuirà il guadagno per quelli che in giornata si dedicano alle speculazioni: al qual modo di vedere si possono opporre i seguenti riflessi.

Egli è un principio inconcusso che la produzione è nell’ordine di natura destinata a soddisfare i bisogni che ne cagionano la consumazione; quindi essendo la produzione e la consumazione strettamente connesse, gli spazi che si frappongono al loro avvicinamento sono ostacoli pregiudizievoli all’una ed all’altra; e conseguentemente è opera meritoria il rimuoverli, o almeno diminuirli.

A questo scopo giova appunto l’applicazione del vapore ai mezzi di trasporto, siano per acqua, siano per terra, perchè accorciando le distanze e diminuendo le spese ed il tempo della giacenza, producono la convenienza del trasporto da un luogo all’altro di quelle merci ancora, che senza questo soccorso si perdono nel luogo di produzione, e non possono ottenersi in quelli ove, il bisogno chiamandoli, ne accaderebbe la consumazione. Per tal mezzo, cioè sul soccorso delle strade ferrate, può dirsi, che ogni cosa si produca ove bisogna, e che ognuno sia presente ove occorre.

L’opporre a così immenso vantaggio, che, facilitato per tal modo il commercio, sarebbe reso a portata di tutti il poterlo esercitare, e spesse volte sarebbero messi in contatto immediato il produttore ed il consumatore con sommo vantaggio dell’uno e dall’altro, e che per-