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le; non le importava di piacere a nessuno, e ad Emilio parve che il disprezzo fosse diretto piuttosto a lui che al Balli.
— Questa cena di vitelli — disse il Balli con la bocca piena guardando in faccia gli altri tre — non è precisamente una cosa molto armonica. Voi due stonate insieme; tu nero come il carbone, ella bionda come una spiga alla fine di Giugno, sembrate messi insieme da un pittore accademico. Noi due poi si potrebbe metterci sulla tela col titolo: Granatiere con moglie ferita.
Con sentimento molto giusto, Margherita disse: — Non si va mica insieme per farsi vedere dagli altri. — Il Balli, serio e brusco anche in quell’atto affettuoso, le diede in premio un bacio sulla fronte.
Angiolina, con un pudore nuovo, s’era messa a contemplare il soffitto. — Non faccia la schizzinosa, — le disse il Balli corrucciato. — Come se voi due non faceste di peggio.
— Chi lo dice? — chiese Angiolina subito minacciosa verso Emilio.
— Io no — protestò poco felicemente il Brentani.
— E che cosa fate insieme tutte le sere? Io non lo vedo mai dunque è con lei ch’egli passa le sue serate. Ha da capitargli anche l’amore, in quella verde età! Addio bigliardo, addio passeggiate. Io resto lì solo ad aspettarlo o bisogna m’accontenti del primo imbecille che mi viene per i versi. Ci eravamo trovati tanto bene insieme! Io, la persona più intelligente della città e lui la quinta, perchè dopo di me