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151 ATTO VANNUCCI - DISCORSO SU TACITO


Fu detto che la inflessibile severità con cui Tacito giudica gli uomini lo porta sovente a esagerazioni maligne, e a dipingere ogni umana azione con troppi neri colori. Sul che vuolsi osservare che in tempi brutti d’ogni sozzura, l’austera virtù non può non essere sospettosa e diffidente. Chi vive in mezzo ad uomini come quelli che appariscono negli Annali e nelle Storie di Tacito, vedendosi continuamente attorno anime basse e crudeli si reca facilmente a credere che l’adulazione e la crudeltà siano le cause moventi di ogni opera umana; e quindi è condotto a diffidare di ogni apparenza contraria, e a non persuadersi della virtù se non quando è incontrastabilmente provata. Le triste qualità de’ suoi tempi ispirarono a Tacito quel genio severo che per grande amore del vero diffida qualche volta del bene perchè raramente lo trova negli uomini di cui ascolta le parole e vede le opere, e perchè non vuole che neppure un solo malvagio scampi dall’infamia che si è meritata. Pure se qualche volta per troppa severità e sospettoso, se dà una premeditazione troppo sapiente e quasi un genio poderoso al delitto che viene da cieco furore, se esagera giudicando le intenzioni delle opere umane, noi non dobbiamo esagerare nel giudicar lui, nè ridurre a regola generale certi casi speciali. Se molti uomini altamente vitupera, perchè o sono apertamente malvagi o gli sembrano tali, con affetto ricerca la virtù, e con affetto la celebra appena si mostra. Sono infiniti gli esempi in cui sta alle apparenze del bene e sopra di esse fonda i propri giudizi senza badare alle seconde intenzioni che altri potrebbe mettere in campo. Non è un maligno commissario di polizia, è un giudice terribilmente severo governato dall’amore ardente di rendere a tutti piena giustizia. Se dubita di un’azione virtuosa e