Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/128

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IFIGENIA IN AULIDE 125


menelao

Soffre d’ambizione, un male grave.

agamennone

Figúrati costui, che fra gli Achei
surto a parlare, di Calcante sveli
i vaticinî, e ch’io feci promessa
d’immolar la mia figlia, ed or mi nego.
Quando avrà tratto dalla sua l’esercito
con simili argomenti, ingiungerà
che, uccisi me e te, gli Argivi immolino
la mia figliuola. E se fuggissi ad Argo,
là verrebbero, e me distruggerebbero,
e meco i valli dei Ciclopi, e a sacco
metterebber la terra. O me tapino,
in quali angustie i Numi mi costringono!
Solo un favore, appena fra l’esercito
sarai tornato, o Menelao, ti chiedo:
che di ciò nulla Clitemnestra sappia,
prima ch’io m’abbia la fanciulla, e all’Ade
io l’offra; e quanto men si può di lagrime
debba versar nella sciagura mia.
Alle donne del coro.

O stranïere, e voi motto non fate.
Menelao parte.