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Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/113

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del veltro allegorico di dante 107


venna i figli di Ostasio, Guido V Novello e Rinaldo arciprete ravennate: ai figli di Bernardino toccò il dominio della vicina cittá di Cervia.

Piú prossima è a Ravenna l’antica e grossa terra di Bagnacavallo, che da remotissimi tempi diè il nome ai conti Malvicini o Malabocca, dei quali erano ultimi nel principio del secolo decimoquarto Ludovico e Caterina: quegli mori senza figliuoli, ebbe questa in marito Guido V signor di Ravenna. L’Alighieri, mosso da non so quale sdegno, avea lodato Bagnacavallo del non piú produrre alfin di tai conti (Purg. XIV, 115). Assai meglio conosciuto che questo motto era da Guido V il canto intorno a Francesca di Rimini: e bastava solo per destare in lui desiderio vivissimo del poeta. Non ha guari per dubbio gentile alcuno temè, non fosse stata scortesia di Dante il rammentare ad un padre il caso della figliuola, Francesca. Ma quando a Guido Novello (nipote, non padre di Francesca) piacque di accogliere PAlighieri, giá da gran tempo era venuto in fama V Inferno. E al ravennate non poteva increscere che altri avesse reso immortale sua zia, della quale certamente nel volgo non si taceva. Cento anni dopo la morte di lei, Andrea Malatesta uscito dalla medesima famiglia di Giovanni lo zoppo, e signor di Cesena e di Bertinoro, sposò Pingarda degli Alidosi: l’ottavo anno delle loro nozze non era finito, ed egli spense col veleno la fiamma di sua moglie per Alberigo Casino, condannando costui nella torre di Bertinoro al supplizio stesso del conte Ugolino. Bassa ed inonorata giacerá questa coppia, cui non toccò in sorte un poeta: piú colpevole l’altra fu sollevata dall’Alighieri ad essere in ogni tempo spontanea cagione di rimembranze dolcissime.

Non così Dante ricovrava in Ravenna (aprile), Castruccio Castracani degli Antelminelli rompea la guerra, che condusse lui al sommo della fortuna ed i guelfi alle massime paure del!’esterminio. Favoreggiò i disegni del signore di Lucca la morte del conte Gaddo della Gherardesca (maggio 1), cui succedé in Pisa il paterno zio di esso, Ranieri di Donoratico. Fiero ed indomabile animo distinguea Ranieri tra i piú feroci