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Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/173

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gli affrancati iure optitno) perderono tutto coll’aver perduto la cittadinanza romana: i longobardi erano «i padroni diretti» dei terreni, e gli antichi possessori non restarono se non «padroni utili» ovvero enfileuticarii col peso del tributo: aidii tertiatores. Sugli ordini enfileuticarii, poscia combinati coi benéficiarii dopo Carlomagno, e con quelli della milizia si fondarono gli ordini feudali d’Italia: gli aidii tertiatores dei longobardi furono, per cosi dire, la sostrazione prima del feudalismo seguente. I non posscssores furono anche aidii alla venuta dei longobardi, perché nati ingenui: ma la mancanza di proprietá e d’immobili feceli discendere anche piú giú. Molti (e vi erano anche i liberti fra gl’ingenui non possessores) divennero servi rustici distinti in varie classi: i piú operosi ed i piú accorti (forse anche gli ebrei) degl’ingenui di questa fatta, come negozianti, faccendieri, ed altri, con tutta la plebe ingenua si chiamarono «servi ministeriali»: nelle carte del Margarini ed in quelle di Farfa e di altri archivi compariscono nell’ottavo secolo col titolo di prò aidii ovvero proaldioni. Piacquero i «ministeriali» ai longobardi, ciò che in buona parte corruppe i loro costumi germanici: non piú le mogli ed i figli excquebantur domestica officia ma i «ministeriali» ammessi nel gosindiato germanico adulavano e servivano in casa. E Rotari gli assomigliò agli aldii\ ninna differenza di composizione per le ferite o percosse fatte agli aidii cosi come a’ «ministeriali»: una differenza sola di dieci soldi fra il guidrigildo dei primi e quello ilei secondi. Grandi considerazioni nascono da questo fatto intorno alla natura della servitú domestica o urbana. La servitú rustica era la piú dispregiata perché piú di tutti gli altri era vile il mestiere di coltivare la terra. Fra i «ministeriali» si annoverarono coloro dei quali si serviva il vincitore per potere scrivere alcuna carta in latino: i «ministeriali» del re hanno anche il magnifico nome di sculdasci e di gastaldi, e Rotari leg. 377 e 378) volle che questi sculdasci o gastaldi, quantunque servi, si apprezzassero «come liberi uomini» se fossero stati uccisi nell’atto di esercitare le loro commissioni pel re. Se battuti o legati dovevano deg. 378) essere apprezzati per