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relazione di alvise contarini 5


di Rovigo, fin al confine con Lucca, ch’è la Gresignana, intorno 120 miglia, e per l’altra via è largo, da questo nostro mar Adriatico fin al confin del duca di Mantova, appresso a 90, e che attraversa quasi da un mar all’altro, cioè da questo nostro mar fin al mar di Toscana, tutta l’Italia. Questo Stado, grande come ho detto, è anche tutto molto fertile e molto abitado per esser nella principal parte di Lombardia; il qual paese, come sa la Serenitá Vostra, è stimado la piú grassa e la piú abitada parte di tutta l’Italia. Quali siano i suoi confinanti so che è medesimamente noto alle Signorie Vostre eccellentissime, sapendo ognuna di esse che oltra il confin che ha quest’illustrissimo dominio con esso, cosí dalla parte del Polesine come dal mar alle Bocche del Po, confina col duca di Mantova, col duca di Parma, col duca della Mirandola, co’ lucchesi, col duca di Fiorenza e col Stado della Chiesa. Del qual Stado di Ferrara mi par che questo sia cosa degna di qualche considerazion: ch’è posto in un sito tal che nessuna potenza o forza d’oltramontani non può passar a’ danni del Stado della Chiesa, del duca di Fiorenza e del regno di Napoli, che prima non convenghi passar per esso. Per la qual cosa principalmente è reputado per uno delli piú considerabili Stadi d’Italia.

Le parti d’esso Stado sono, come Ella sa, il ducato di Ferrara, Comacchio, il ducato di Modena e di Rezo, Rubiera nella Romagna, Lugo, Codignola, Bagnacavallo, il principato di Carpi e di Bressule: quali luoghi sono per la maggior parte riconosciuti o dalla Chiesa o dall’Imperio, perché Ferrara è feudo della Chiesa, per la qual paga 8000 ducati all’anno. Modena e Rezo sono feudi imperiali, le qual cittá di Modena e Rezo sono pervenute nel duca per sentenza arbitraria di Carlo V imperatore del 1531, fatta a favor del duca contro la Chiesa; e si come portarono molta utilitá e grandezza al ducato di Ferrara, cosí ne levorno una gran parte al Stado della Chiesa, essendo tutto renovado da Roma fin al confin di Milano, perché lo vennero a divider tutto a traverso e smembrar da esso le cittá di Parma e di Piacenza. Il che, come sanno l’Eccellenze Vostre, diede poi occasion a papa Paolo III di conceder esse