Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/53

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moda e cento e mille altre voci, che dal latino passarono nella lingua nostra, e usato in principio nella. loro forma nativa, vennero poi a mano a mano modificandosi nelle bocche dei parlanti e sotto alla penna degli scrittori. E certo bisogna. dire che non è necessario un orecchio squisito per sentire quanto quelle e simili altre forme, stabilite sul fonda- mento della etimologia, spiaoeiano negli scritti del Gherardini e di alcuni suoi seguaci, come Carlo Cattaneo, Terenzio Mamiani, e quanto impaccino il discorso e lo stile, e diano ed essi un colore di pedanteria e talora anche un’ aria di goflaggine; tanto è pericoloso in materia. di lingua voler sostituire un principio subiettivo, sia anche fondato su qualche ragione, al fatto multiforme e complesso che dipende da molte e più intrinseche ragioni.

Se non che vi sono di coloro, i quali pur riconoscendo quwto fatto nelle parole del co- mune linguaggio, vorrebbero osservata la forma etimologim almeno in quelle parole che sono dell’uso dei dotti o degli scienziati. Perché, dimandano essi, mentre tutte le altre lingue europee scrivono con una. sola. consonante le parole Drama, Dramnjico, Retorica, Retorica, Comedia, Acadcmia, Acadcmico, e simili, la sola lingua. italiana dovrà. raddoppiare la con- sonante, scrivendo Dramma. Drammatico, Rultorica, Edtarico, Commedia, Accademia, Acca- demico, 011.? La risposta. a questa dimanda è facile e pronta, Porche si pronunziano a quel modo dal popolo toscano, esi può anche dire da tutto il popolo italiano: e la pronunzia, torno a ripeterlo, è il fondamento alla ortografia. Noi dunque scriveremo Drama, Cm dia, 80., quando, come i Francesi che dicono e scrivono Drame, Comidr'e, ec., pronunzieremo quelle parole con la consonante scempio. Fare diversamente sarebbe contrastare a una legge capitalissim, che governa la nostra lingua, e metter discordia. tra il suono e il segno, tra la ortnepia s la ortografia, che è una delle doti dell’ idioma italiano. La ragiono eti- mologica vale tanto appresso le altre lingue (quanto poco vale appresso la nostra), che l' alfabeto loro ba prose in prestito alcune lettere alle lingua greca per meglio con- servare e rappresentare la loro forma originaria. Così mentre noi scriviamo filosofia, Fisica, Iicltorica, Teatro, ec., il francese'scrive Philosophie, Pizysique, ha'lorique, Tlm'éhe ,- il tedesco Philosophie, I’hysik, Rhetorik, Theuler; l’ inglese Philosophy, Physic, tharic, Mm. Cosl à davvero wnservata. nella scrittura la etimologia, sebbene nè il francese, uè il tedesco, nè l' inglese facciano sentire nella pronunzia, come non la facciamo sentire nep- pure noi, l’aspirazione del o, del 9 o del (7 greci. Dovremmo noi pure, per amore della eti— mologia e per uniformarci alle scrittura delle altre lingue, scrivere Philosophia, l’hysica, Blu-larice, 1712000? E perla stessa ragione Physonomìa, Physiologin, Psycalogia, Gymna- etica. Rhyflnmo, e molte a molte altre? Di tale novità non ci ringrazierebbero neanche i dotti stessi.

È dunque da stabilire, ciò che oramai dal mnsenso universale degli Italiani è ammessoi che la forma ortografico delle parole originate dal latino e dal greco debba determinarsi dalla pronunzia toscana e dull' uso degli scrittori che a quella. si oonformano. Già. abbiamo veduto innanzi come per la legge di eufonia e di assimilazione la forma primige‘nia di molte parole venga ad esser modificata. Qui poi dovremmo indagare le ragioni, per le quali nel corpo delle parole. ora si raddoppi la. consonante scempia, come in Dramma. Cmnmedia, Ile/larice, Accademia, Dubbio, Effimero, Fabbrica, Faccia, Femmina, Febbre, Macchina, Im- magine, oc. ; ed ora la doppia, sebbene assai più raramente, si scempi, come in Comune, ec., se questa ricerca non ci conduoesse in sottigliezzo, che debbono esser lasciate ai glottòlogi. La cosa più pratica per i giovani e per gli stranieri si è di consultare questo Vocabolario.