Pagina:Una salita al Monviso.djvu/36: differenze tra le versioni

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precipita dall alto, hanno un pendio spesso eguale al ''maximum'', che comporti l’attrito delle masse di cui si compongono. Indi è che talvolta basta una lieve spinta per far rotolare pietre grossissime, le quali nello scendere altre ne trascinano seco. Cosicchè chi cammini poco pensatamente per queste macerie può, nuovo Orfeo, e senza bisogno di lira, tirarsi dietro quantità enormi di sassi. I fianchi stessi della montagna si stanno continuamente rovinando, e presentano dovunque massi talvolta grandissimi, cui par che basti poco più di un soffio per precipitarli al basso.
precipita dall’alto, hanno un pendio spesso eguale al ''maximum'', che comporti l’attrito delle masse di cui si compongono. Indi è che talvolta basta una lieve spinta per far rotolare pietre grossissime, le quali nello scendere altre ne trascinano seco. Cosicchè chi cammini poco pensatamente per queste macerie può, nuovo Orfeo, e senza bisogno di lira, tirarsi dietro quantità enormi di sassi. I fianchi stessi della montagna si stanno continuamente rovinando, e presentano dovunque massi talvolta grandissimi, cui par che basti poco più di un soffio per precipitarli al basso.


Quindi è che nell’ingolfarsi tra queste orride gole spesso è poco sicuro il piede, che posa sopra rottami, che facilmente vi sfuggono sotto, e sovente non è ben salda la mano che si aggrappa a pareti, cui basta un lieve sforzo per staccarle dalla montagna.
Quindi è che nell’ingolfarsi tra queste orride gole spesso è poco sicuro il piede, che posa sopra rottami, che facilmente vi sfuggono sotto, e sovente non è ben salda la mano che si aggrappa a pareti, cui basta un lieve sforzo per staccarle dalla montagna.

Versione delle 12:27, 5 mag 2014

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precipita dall’alto, hanno un pendio spesso eguale al maximum, che comporti l’attrito delle masse di cui si compongono. Indi è che talvolta basta una lieve spinta per far rotolare pietre grossissime, le quali nello scendere altre ne trascinano seco. Cosicchè chi cammini poco pensatamente per queste macerie può, nuovo Orfeo, e senza bisogno di lira, tirarsi dietro quantità enormi di sassi. I fianchi stessi della montagna si stanno continuamente rovinando, e presentano dovunque massi talvolta grandissimi, cui par che basti poco più di un soffio per precipitarli al basso.

Quindi è che nell’ingolfarsi tra queste orride gole spesso è poco sicuro il piede, che posa sopra rottami, che facilmente vi sfuggono sotto, e sovente non è ben salda la mano che si aggrappa a pareti, cui basta un lieve sforzo per staccarle dalla montagna.

Non è quindi malagevole a capire come il Monviso sia per tanti secoli stato dichiarato inaccessibile anche dai più arditi montanari, che ne vivono a’ piedi. E per fermo veramente impossibile pare la salita fra le due costole che guardano Torino, ovvero fra la costola settentrionale, e quella che va al S.O., troppo aperto essendo l’angolo che esse fanno tra loro, e troppo erti i burroni ed i precipizii dai quali sono tagliate.