Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu/351: differenze tra le versioni
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- Servo umilissimo della signora Contessa, non mancherò certamente, e Dio meni a buon fine le nostre intenzioni. |
- Servo umilissimo della signora Contessa, non mancherò certamente, e Dio meni a buon fine le nostre intenzioni. |
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Il buon padre infatti, uscito che fu di casa Frumier con Raimondo e sprofondato nei comodi sedili |
Il buon padre infatti, uscito che fu di casa Frumier con Raimondo e sprofondato nei comodi sedili d’un bombé, cominciò subito a lodarlo della vita ch’egli menava e del buon uso fatto de’ suoi consigli. Ma i proponimenti dell’uomo sono fallaci, le sue passioni prepotenti, e non mai abbastanza commendevole la cura di frenarle, di regolarle con vincoli sacri e legittimi. Egli toccava il ventunesimo anno; il momento non poteva esser migliore, ed egli se gli profferiva, l’ottimo padre, a soccorrerlo nella scelta colla sua lunga ed oculata esperienza. |
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- Oh; padre; dice da senno? - sclamò Raimondo. - Lei mi esorta a maritarmi?... Ma un anno fa non mi inculcava sempre la massima, che bisognava esser maturi di anni e di senno per decidersi a piantare una famiglia? e che |
- Oh; padre; dice da senno? - sclamò Raimondo. - Lei mi esorta a maritarmi?... Ma un anno fa non mi inculcava sempre la massima, che bisognava esser maturi di anni e di senno per decidersi a piantare una famiglia? e che l’aiuto d’un precettore di mente e di cuore comprava benissimo il soccorso spesso lieve e manchevole d’una donnicciuola? |
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- Sí, figliuolo mio; - rispose candidamente il precettore - questi consigli io vi davo |
- Sí, figliuolo mio; - rispose candidamente il precettore - questi consigli io vi davo nell’ultimo anno che fui vostro maestro nel collegio; e credeva fossero ottimi; ma allora non vi aveva ancora osservato nella libertà del mondo. Ora che vi conosco meglio nella pratica della vita, non mi vergogno dal ricredermi, e dal confessare che m’era ingannato. Lo vedete bene, parlo a mio danno. Quando |
Versione delle 15:44, 17 mar 2011
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- Oh, per carità, signora Contessa, non mi esponga, non mi comprometta troppo. È proprio per me un sacrificio che...
- Oh bella! vorrebbe dunque per egoismo lasciar senza sposa quel caro figliuolo! Che precettore cattivo! A domani, a domani, padre; e venga per tempo che discorreremo mentre bolliranno i risi.
- Servo umilissimo della signora Contessa, non mancherò certamente, e Dio meni a buon fine le nostre intenzioni.
Il buon padre infatti, uscito che fu di casa Frumier con Raimondo e sprofondato nei comodi sedili d’un bombé, cominciò subito a lodarlo della vita ch’egli menava e del buon uso fatto de’ suoi consigli. Ma i proponimenti dell’uomo sono fallaci, le sue passioni prepotenti, e non mai abbastanza commendevole la cura di frenarle, di regolarle con vincoli sacri e legittimi. Egli toccava il ventunesimo anno; il momento non poteva esser migliore, ed egli se gli profferiva, l’ottimo padre, a soccorrerlo nella scelta colla sua lunga ed oculata esperienza.
- Oh; padre; dice da senno? - sclamò Raimondo. - Lei mi esorta a maritarmi?... Ma un anno fa non mi inculcava sempre la massima, che bisognava esser maturi di anni e di senno per decidersi a piantare una famiglia? e che l’aiuto d’un precettore di mente e di cuore comprava benissimo il soccorso spesso lieve e manchevole d’una donnicciuola?
- Sí, figliuolo mio; - rispose candidamente il precettore - questi consigli io vi davo nell’ultimo anno che fui vostro maestro nel collegio; e credeva fossero ottimi; ma allora non vi aveva ancora osservato nella libertà del mondo. Ora che vi conosco meglio nella pratica della vita, non mi vergogno dal ricredermi, e dal confessare che m’era ingannato. Lo vedete bene, parlo a mio danno. Quando