Amico, negligenzia è piú, che danno

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Pieraccio Tedaldi

Aldo Francesco Massera 1916 Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. II, 1920 – BEIC 1928827.djvu sonetti Amico, negligenzia è piú, che danno Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Oggi abbian lunedi, come tu sai O uom, che vivi assai in questo mondo
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XXXVI

In riprensione del vizio della pigrizia.

Amico, negligenzia è piú, che danno,
però che disonor drieto si trae;
e ciascadun distintamente il sae,
e spezialmente quei, che seco l’hanno.
Però, quando niente a fare egli hanno,
vanno indugiando d’ora in or piú láe:
cosí facendo, il tempo se ne vae,
e passa il rii, semmana e mese e l’anno.
E odi quel, che ’ncontra a’ niquitosi:
essendo ricchi, pieni e bene agiati,
diventan pover’, miseri e gottosi;
e, mentre al mondo vivon, son chiamati
cattivi, sciagurati e dolorosi:
dunque, in mal punto que’ cotal son nati.
Però te ne correggi, amico mio,
se vuoi piacere al mondo e poi a Dio.