Amor tenuto m'ha di tempo in tempo
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sestina iii
[Triste coscienza del suo stato amoroso.]
1
Amor tenuto m’ha di tempo in tempo
sotto false promesse lunghe e vane,
tanto ch’io son dell’aspettar giá stanco
e de’ suoi falsi inganni oramai certo;
ché della lunga mia aspra fatica
dolor è il prezzo, e vergogna, ira e sdegno.
2
E quel che piú accresce ogni mio sdegno
è ch’io ho perso il mio giovenil tempo,
né mel può racquistar prezzo o fatica.
Or nostre voluntá quanto sien vane,
se giá ne dubitai, or ne son certo,
e per troppo provarle afflitto e stanco.
3
Non che altro, del pensar io son giá stanco,
e son venuto a me medesmo a sdegno,
stando del bene in dubbio e del mal certo;
ma la vendetta di chi perde il tempo
è il pentimento delle imprese vane:
vergogna è il frutto poi d’ogni fatica.
4
Vana è ogni mortal nostra fatica:
ma chi in seguire Amor non è mai stanco,
tirato da lusinghe false e vane,
e come triste ha l’altre cose a sdegno,
piú ch’alcun altro perde l’opra e il tempo,
ed è in error piú manifesto e certo.
5
S’io fussi stato, sí com’or son, certo
quanto si spende invan ogni fatica
seguendo Amore, e quant’è perso il tempo,
forse alla impresa pria mi sarei stanco;
ma io ho i lacci e le catene a sdegno
or, quando a sciôrmi l’opere son vane.
6
Le nostre passion quanto sien vane,
quanto il pianto e ’l dolore è fermo e certo,
e quanto è invano ogni mortale sdegno,
quanto è perduta ogni umana fatica,
mostra quel che a fuggir mai non è stanco,
che ogni cosa ne porta e fura, il tempo.
7
Passa via il tempo, e le mie opre vane
conoscer fammi, e ch’io son chiaro e certo
di mia fatica e me medesmo ho a sdegno.