Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/76

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Anno 76

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[p. 309 modifica] [p. 311 modifica]condotto seco Berenice o sia Beronice sua sorella, giovane di bellissimo aspetto, già maritata con Erode re di Calcide suo zio1, e poscia con Polemone re di Cilicia. Se n’invaghì Tito Cesare. Forse anche era cominciata la tresca allorchè egli fu alla guerra contra de’ Giudei. Agrippa ottenne il grado di pretore. Berenice alloggiata nel palazzo imperiale, dopo aver guadagnato Vespasiano a forza di regali, sì fattamente s’insinuò nella grazia di Tito, che sperava ormai di cangiar l’amicizia in matrimonio; e già godeva un tal trattamento e autorità, come s’ella fosse stata vera moglie di lui. Ma perciocchè, secondo le leggi romane, era vietato ai nobili romani di sposar donne di nazion forestiera, o sia barbara (barbari erano allora appellati i popoli tutti non sudditi al romano imperio) o pure perchè i re, tuttochè sudditi di Roma, erano tenuti in concetto di tiranni; il popolo romano altamente mormorava di questa sua amicizia, e molto più della voce sparsa, che fosse per legarsi seco pienamente col vincolo matrimoniale. Ebbe Tito cotal possesso sopra la sua passione, e sì a cuore il proprio onore, che arrivò a liberarsene, con farla ritornare al suo paese. Svetonio2 attribuisce a Tito questa eroica azione, dappoichè egli fu creato imperadore, laddove Dione3 ne parla circa questi tempi. Ma aggiugnendo esso Dione, che Berenice, dopo la morte di Vespasiano, ritornò a Roma, sperando allora di fare il suo colpo, e che, ciò non ostante, rimase delusa, si accorda facilmente l’asserzione dell’uno e dell’altro storico.

  1. Joseph., Antiq. Judaic., lib. 18.
  2. Sueton., in Tito, cap. 7.
  3. Dio., lib. 66.