Atlantide/Avvertimento

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Avvertimento

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Atlantide Canto I
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AVVERTIMENTO




Quasi tutte le manifestazioni della vita ideale contemporanea vanno da per tutto di male in peggio; il decadimento politico, letterario, morale è cotidiano, perpetuo, confessato ormai da’ più ottimisti, lamentato dai più indifferenti. L’indignazione degli animi onesti si sfoga in tutti i toni; la protesta contro lo sfacelo prorompe confusamente dalla coscienza dei lavoratori. Di tale indignazione e di tale protesta vuol essere questo poema un’artistica rappresentazione: una voce del secolo che si sfascia, una voce del secolo che si rinnova; satira e lirica insieme.

Quando un ordinamento sociale, esaurite le sue forze, e dato quanto di meglio potea, non risponde più ai suoi fini, ogni nobile attività dell’uomo deve essere rivolta ad affrettarne la totale rovina, a sgombrare e preparare il campo alle nuove idee. La poesia, in tali frangenti, suole diventare satirica; ma quando la corruzione non ha neppure il carattere della [p. 12 modifica]grandiosità, essa ha il diritto di ricorrere alla beffa e alla parodia. Di questo diritto ha creduto giovarsi l’autore con una libertà, che gli Ateniesi non disdicevano ad Aristofane, ma che sembrerà probabilmente soverchia a questa schizzinosa moralità borghese impastata di tornaconto e d’ipocrisia.

Lo scherno e la parodia, quando siano condotti con arte, possono riuscire a far ridere e fremere al tempo stesso quanti si serbano ancor sani e incorrotti in un’età di raffinati e di sfatti: il riso, in tal caso, è principio di ribellione alle menzogne e alle turpitudini del tempo; il fremito è foriero di quel benefico temporale, che purificherà, presto o tardi, l’atmosfera morale della nazione.