Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi/Galeana Savioli D'Andalò

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Galeana Savioli D'Andalò

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Maria Luigia Pizzoli Beata Elena Duglioli Dall'Olio
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GALEANA SAVIOLI D’ANDALÒ 1


Della infanzia, e della giovinezza prima di Galeana non ci è dato tener proposito, avendo solo potuto raccorre traesse i natali dalla nobile famiglia Savioli ( ove non ha guari si aggiunse allo stuolo d’illustri soggetti il più gen tile cantore di erotici versi, della cui elegante penna si hanno pure accurati annali bolognesi ), ma sono que’ brevi cenni dagli storici con lode e ammirazione intorno a Lei ricordati, di che si fregia questa raccolta.

Galeana visse nel decimoterzo secolo; epoca si triste per l’Italia, divisa e straziata dovunque dalle fazioni, aizzate pur anco da particolari tiranni ( 1 ) che ne obbedivano un più potente; e trovavasi già moglie di Brancaleone d’Andalò dovizioso Conte di Casalecchio quando si legge che questi nel 1251 fu prescelto dal maggior Consiglio di Bologna ad appagare le brame degli oratori di Roma quivi recatisi a chiedere idoneo soggetto onde aſlidargli la dignità Senatoria nella signora dei sette Colli. [p. 96 modifica] Ma lo splendore di tal grado in allora di soverchio potere , e per la prima volta non salito da chi in Roma stessa nascendo traeva a particolar requisito un nome fatto celebre e po tente dagli avi, lungi dall'abbacinare la mente del Bran caleone, già illustre (2) „ per grandezza d'animo, per severità di costume , e per fama d'incorruttibile equità lo rendeva accorto di quanto fosse malagevole disimpe gnarne gli attributi ove gli animi ondeggiavano in continuo sossulto , spesso dall'egoismo prodotto , e spesso da mero desiderio di novità ; che per quanto la storia civile di Roma taccia intorno quell'epoca , null' ostante questo e quello storico ci lascia dedurre che molti vi si dicevano Guelfi, forse soltanto per mantenere e feudi e possanza, come se alcuno vi parteggiava per lo Svevo Federico , non era per ignoranza dei certi danni che sempre arreca lo straniero; per cui Brancaleone ricusava il Senatorato qualora i Romani non acconsentissero rivestirnelo per un triennio conautorità illimitata , e di più inviare a Bologna riguardevoli ostaggi , atti a garantirlo dall'odio di qualche potente , nel caso gli portasse guerra per la imparziale giustizia che prefiggevasi ministrare. Si opponevano per altro a tali ri chieste gli statuti di Roma , ed altresi vietavano ai rettori delle città di addurre seco loro le mogli ; ma tanto ripro metteva la virtù di Andalò , che in tutto fu appagato , e Galeana , detta la Senatrice (3) ebbe in assegno due mila e duecento lire di bolognini per corredarsi col lusso corrispondente alla dignità del marito.

Ma quasichè la sposa del grand' uomo sdegnasse partecipare agli onori non per anco acquistati dalle proprie azioni , rinunciò pel momento alla soddisfazione di essere compagna del ben amato consorte , che recavasi alla città regina con gran fasto e corteo ( 4) ; e volle restare in Bologna [p. 97 modifica] per ricevere e ben guardare gli ostaggi che dovevano rispondere della sicurezza del Senatore ( 5) . Fatta poi in modo tale e ospite e custode , Ell' accolse quei nobili romani con la liberale e grande magnificenza che onora le gentili ma trone , ma in pari tempo fu si previdente , e accorta che gli ostaggi n'ebbero a stupire.

Intorno ad essi scrisse una lettera al marito che ri porteremo letteralmente tradotta dal latino ( 6) , giacchè anche dopo aver molto concesso all' ampolloso dire di quel tempo, porge sempre argomento di credere che quan to più la donna è dotata di viril senno , tanto compiacesi più di rispettosa sommissione inverso l'uomo , che presce gliendola fra tante , a Lei affida il suo nome , la sua pace, se stesso ; inverso colui che il sacro carattere di sposa gli addita meta di ogni pensiero, giudice di ogni azione, infallibile sostegno e difesa, scopo eziandio di ogni sua impresa il compiacergli. Pel bene del quale ( se fa duopo ) il proprio dimentica, e riconosce primo nel diritto degli affetti questo congiunto, che avendo eletto, o almeno ac cettato, e giuratagli fede quando poteva ricusarlo, tiene sacrosanta legge di natura e d'onore essergli fida affet tuosa, non meno che subordinata compagna: e sente che mancandovi torrebbe a questo nodo il prestigio della mutua tenerezza che fa beata la vita .

Appena compiuti in Bologna con ordine esatto i doveri di magnanima donna del Senatore, Galeana si portò in Roma per goderne le meraviglie. Al giungere di lei Bran caleone era temuto dai grandi che volle al par degli altri soggetti alle leggi , amato dai popolani a cui ridonò la di gnità d’uomo in essi tanto avvilita a quei tempi da far ob bliare che Dio ci cred eguali (7); e, comunque alcuno lo credesse partigiano d'Impero, convinse tutti essere ligio [p. 98 modifica] alla equità, non al capriccio; di modo può dirsi cogliesse allora il frutto del cultore che porge in tempo ad ogni pianta il necessario alimento, e ne innalza i rami che troppo a terra strisciando sono calpestati e guasti , badando pure che il soverchio diramarsi delle superbe piante non tolga a quelle il sole , e queste la vigoría non perdano in foglie inutili . Inoltre in prova di sua divozione ai Pontefici festeggiò il ritorno d'Innocenzo IV . che da molto tempo stavasi quasi esule dallo stato per fuggire le trame dell'Im peratore e la inobbedienza del popolo ; e questi stessi suddi ti , calmando egli con dolci parole , li fece desistere dal muo vere richieste e pretensioni insolenti al loro Sovrano ; ne in appresso si portò diversamente , per quanto si accordava cogl'integerrimi suoi principj , verso i Pontefici Alessan dro IV. e Urbano IV . Di buoni studi intendentissimo li fa voriva ; e facendo stima dei letterati , ebbe il vanto di por gersi particolar mecenate di coloro che il sapere non ba stava a salvar dall'indigenza . Ma per non estenderci più del bisogno in circostanze estranee alla nostra Galeana ver remo al punto ov'ebbe dessa a distinguersi .

Non andò guari che accadde quanto Andalo previde sino dal suo innalzamento; giacchè la virtù di quest'uomo stancò l'invidia dei vili, che non sperando emularlo ten tarono perderlo , facendone instrumento una parte della stessa classe di gente che con tanto calore era da lui difesa ,, e messa Roma a tumulto s'insignorirono del Campidoglio , sostituirono a Senatore un Bresciano detto Emanuele de' Maggi e Brancaleone chiuso in carcere parve riserbato al supplizio.

Tanta sciagura piombo per un momento Galeana nel più profondo dolore ; poi quasichè rifuggisse d abbando narvisi fintanto ch' era tempo di operare , senza tributare al [p. 99 modifica] marito inutile pianto , risolse , quantunque rigorosamente guardata , fargli del virile suo senno tale scudo da confon derne gl'iniqui nemici . Ebbe per primo l'ajuto di Bologna che oltre ogni dire sollecita inviò a Roma quattro distintis simi personaggi a perorare la liberazione dello esimio concittadino : i quali bolognesi bentosto avvedendosi tornar vane le loro ragioni intimaronvi che il destino stesso che si apparecchiava a Brancaleone era serbato agli ostaggi a tal uopo custoditi a Bologna ,, . Ma Galeana raccapric ciò d'orrore nell'udire che i sediziosi Romani , posta in non cale ogni minaccia , vieppiù inferociti chiedevano la morte di Brancaleone al Papa , impegnando questi per riavere gli ostaggi che tanto più arditamente essi ripetevano , quanto mostravansi fermi i bolognesi nel niegarli . Allora il Ponte fice , acciò delti ostaggi fossero immediatamente riman dati , precettò il Comune di Bologna , e si rattenne ( 8) dal vibrare l'interdetto su la città, perchè essendo essa riguardevole e possente , amava che gli si conservasse qual era Guelfa e devota alla chiesa . Lotta così tremenda non iscoraggi la consorte dell'imprigionato Senatore , e pronta ad arrischiare la propria vita , forni un esem „ pio assai chiaro di pietà conjugale , perchè sottrat tasi celatamente da Roma ove divideva le angustie del „, detenuto apparve in Bologna e quivi giunta non volle affidata ad alcuno la causa di suo marito . Questa bolognese matrona sapendo quanto il Consiglio fosse giu sto non temeva trovar chiusi gli aditi , nè sordi gli orec chi , nè preoccupate da false idee le menti per rigetta re i reclami portati da una cittadina , o da chi che fosse. Dunque si presentó ella stessa in pubblico Consiglio , e ivi solennemente ricordò ad uno ad uno quei pregi del marito che gli accagionavano in Roma minaccie di morte , [p. 100 modifica] ed ivi virilmente reclamò la fede pubblica ,, . Le ragioni della magnanima donna , la forza con cui furono pronun ciate , lo strenuo esempio che dava ella stessa riaccese vieppiù nella scelt' adunanza l'amore della ragione , e la portò a deliberare che sarebbero tornati gli ostaggi alle loro famiglie sol quando Andalò fosse in piena sicurezza. In tale incontro Galeana potè persuadersi che la patria ras somiglia bene spesso alla madre amorosa , che anche mag giormente l' angustia , il pericolo di un figlio lontano di quello che ne l'agiti la vista del di lui soffrire ; giacchè ognuno ayrebbe voluto volare in diſesa dello egregio con cittadino , ognuno risguardava come proprio il suo pericolo , e per lui temeva funesto il più lieve indugio.

Era però omai tempo che lo scorno fatto alla virtù , alla virtù tornasse, come suole , di nuovo trionfo . Il bresciano Emanuele de'Maggi che vedemmo succedere all'Andal) nel seggio senatorio , credé rassodarvisi col favorire la nobiltà a danno della plebe. Ma questa classe d' uomini , e per molta energia e per poca riflessione sempre instabile , troppo presto pigliando l'un l'altro come propria la causa altrui , senza più a lungo tollerare , levatasi nuovamente a rumore chiese si restituisse la dignità di Senatore a Brancaleone , nè si tranquillo se non appagata . La nostra Senatrice lietissima che i Romani stessi avessero liberato suo marito , tornò a lui ricca di maggiori prove di affetto , ma per poco le fu dato godere di quelle dolcezze , perchè il Senatore mori in breve , e si crede di veleno. Allora non rimase alla illustre signora che il vanto di un nome per cui la filantropia vera , l'umanità e la rettitudine furono virtù sinceramente seguite. In breve ella vide ergere marmorea colonna sormontata da un’ urna di porfido , che rinserrava le ceneri del consorte falte segno alle benedizioni del popolo . Unica , ma grande [p. 101 modifica] inestimabile soddisfazione, che raddolci la vita della vedova di Andalo fino che nell’anno 1274 si riunì con lui nella patria dei giusti a godere premio perenne. [p. 102 modifica]

NOTE


(1) S’intende Ezzelino da Romano, Pellavicino ec .

(2) Si veda Muratori, Savioli, Platina, Parisio ec .

(3) Matteo Parisio . Così era detta in Roma .

(4) Condusse seco da Bologna milili e giudici distinti per sapere e per lignaggio.

(5) Secondo vari autori gli ostaggi furono trenta, ma Savioli non vi conviene, e riporta il nome di cinque soltanto .

(6) Lettera di Galeana Savioli al Marito.
Allo specchio di sua mente, ed astro scintillante di tutta la parentela Signor Bran caleone cittadino bolognese, ed ora dell’ alma città per la grazia di Dio Senatore, Galeana moglie e in ogni cosa soggelta, qualsiasi cosa di grazioso in sè contenga, salute .
Gli ostaggi dalla Signoria vostra destinati a Bologna sappiate, come chiarisce la presente lettera, aversi così magnificamente ricevuli quanto spettar può alla grandezza del vostro personaggio, e quelli in propria casa come ho saputo, procurando l’adempi . mento dei vostri ordini saggiamente imposti. Per la quale cosa sono a pregarvi con ogni affetto che sopra la bisogna circa di essi quelle cose da doversi fare, che ad essi e alla vostra maggior custodia vedrete appartenere, a me e ai vostri amici non tardiate a ri scrivere, e principalmente perchè la intenzione di essi e la mia si solennemente a nient’al tro è diretta .

(7) A quest’epoca, in Milano, se un nobile diveniva omicida di un plebeo era condannato alla sola pena di pagare 7 lire e 12 denari .

(8) Vedi Muratori, [p. 103 modifica] [p. 104 modifica]


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BEATA ELENA DUGLIOLI DALL’OLIO


Bologna rinomata dovunque per la deliziosa sua giacitura, per la ubertà del suolo, per la svegliatezza degl'ingegni che vi sorgono, e in ogni maniera di dottrina si fanno distinti, ebbe pure in dono dal cielo molti eletti spiriti, le cui sante opere furono faci e guida a conseguire il beato regno.

Molti di questi, si dell’uno che dell’altro sesso, con sacrate le dovizie loro al divin culto, rifuggendo con di spregio dalle mondane cose seguirono le proprie vocazioni, per ritirarsi nella solitudine dei chiostri, ove colle preghiere, coi digiuni e colle macerazioni facevansi mediatori di grazia e di misericordia fra il Creatore e la Creatura; e non di rado alcuni di essi salito il pergamo instillavano negli ascoltanti orrore per le peccata che oltraggiano un Padre di amore e di clemenza, e i fratelli nostri danneggiano: pronti eziandio di affrontare con apostolico zelo e fatiche e strazi e morti atroci, purchè fosse [p. 106 modifica] lor dato spandere fra genti barbare la luce dell’Evangelo, aurora di salute e civiltà . Altri finalmente fra le domestiche pareti, pronti a riconoscere come volontà del supremo Signore i voleri di chi avevano a rispettare in terra, li obbedivano rassegnati in tutto ciò che colpa non fosse, paghe quelle anime di offrire la sera un giorno di sacrificio della propria volontà a» quello sposo che ogni vo accetta» . Cosi ricordavano che Ezecchielle in sua visione non scorse soltanto il coraggioso leone e l’aquila che s’affisa nel sole, ma vide unito a loro, in un sol corpo elevarsi anche il giovane toro, che figurando le vittime, era seguito al cielo dai tanti fedeli che consacrarono i propri desideri a Dio, con interrotte mortificazioni d’ogni sorte.

Ad accrescere il numero di questi ultimi nacque in Bologna ai 25 di Marzo nell’anno del Signore 1472 dai Conjugi Silverio Duglioli, e Pantasilea Boccaferri ambidue di distinta condizione, quell’Elena in cui sino dalle fasce traspari indole si soave, che destato nella Genitrice il desiderio che tanto onora le madri, la volle alimentare col proprio seno, mal reggendole il cuore di affidarla a mercenarie nutrici, come aveva fatto degli altri suoi figli.

Elena trascorse gli anni della puerizia senza puerilità; lungi dal darsi ai fanciulleschi giuochi, sendo a Dio rivolti i primi moti del suo cuore, stavasi molte ore in si profonde venerazioni da restarne assorte le facoltà di sua mente; perlochè i di lei congiunti e le maestre temettero più fiate fosse assalita da qualche improvviso malore. E come soddisfaceva Ella per naturale impulso al primo precetto di nostra fede, con l’effusione di cuore che richiede la divinità, in pari modo soccorreva l’indigenza e prendeva parte nell’altrui soffrire, da convincere che l’amore a Dio e la carità pel prossimo sono virtù altrettanto gemelle

  1. Sotto il ritratto si scrisse per isbaglio GALIANA BRANCALEONE.