Che ostro celeste vi ricopra i crini

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Veggio spumante, ed assalir gli scogli Purchè scettro real sia la mercede
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XXXII

CARDINALE1

Lodagli la Virtù e la Poesia.

Che ostro celeste vi ricopra i crini,
     Che sian porpora sacra i vostri fregi,
     Che il Tebro altier, non sconosciuto a’ regi,
     Versando urne d’argento a voi s’inchini:
5Diran con voce ad ascoltar gioconda,
     E cosparsa di mel cento sirene;
     Ma se alle lor lusinghe altri s’attiene,
     Piangene tosto, e fassi preda all’onda.
D’Itaca il Duce a meraviglia accorto
     10Con celeste pensier consiglio prese:
     Ben armando l’orecchia ei si difese;
     Quinci pervenne a glorïoso porto.
Frale quaggiù retaggio, e gemme ed ostri!
     Neron lo scettro divenir già vide
     15Palustre canna; e d’altra parte Alcide
     Ne fece clava, ond’egli spense i mostri.
O Sol del Tebro, onde sfavilla il lume,
     Per cui d’avversità nebbia non teme,
     O de’ colli famosi inclita speme,
     20Amar la gloria è degli Eroi costume.
Odi sull’Ellesponto al gran Sigeo
     Lui, che per tante palme il Mondo ammira,
     Odi come le trombe alto sospira
     Divote al germe del guerrier Peleo.
25Ed a ragion, che gli onorati affanni
     Cascano in cieca notte al fin sommersi,
     Se chiara lampa di Meonii versi
     Non rasserena il folto orror degli anni.

Note

  1. Nipote d’Urbano VIII. Letterato, fu protettore dei poeti e de’ letterati. Tradusse dal greco l’opera di Marco Aurelio, stampata senza suo nome.