Corano/Capitolo XVIII

Da Wikisource.
Capitolo XVIII

../Capitolo XVII ../Capitolo XIX IncludiIntestazione 28 dicembre 2023 75% Da definire

Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo XVIII
Capitolo XVII Capitolo XIX

[p. 143 modifica]

CAPITOLO XVIII.

la caverna.1

Dato a Medina.—110 Versetti.

In nome di Dio clemente, e misericordioso.

1.  Lodi a Dio, che ha mandato al suo servo il Libro in cui non vi sono tortuosità,

2.  Un libro dritto, destinato a minacciare gli uomini d’un gastigo terribile da parte di Dio, e ad annunziare ai credenti, che fanno il bene, una ricompensa di cui godranno eternamente.

3.  Ad avvertire a quei che dicono: Dio ha un figlio.

4.  Essi non lo sanno affatto, più che non lo sapevano i loro padri. La parola che sorte dalla lor bocca è un peccato enorme; è una bugia2.

5.  Se non credono a questo libro (il Corano) tu sei capace di soccombere dal dispiacere per cagion loro.

6.  Tutto ciò che serve di ornamento alla terra, l’abbiamo dato per provare gli uomini, per sapere chi di loro si condurrà meglio.

7.  Ma li riduciamo in polvere (tutti questi ornamenti).

8.  Hai tu rimarcato che l’istoria de compagni della caverna, e d’Al-Rakim, è uno de’ nostri segni e una cosa straordinaria?3.

9.  Quando questi giovani si furono ritirati, gridarono: Signore, accordaci la tua misericordia, ed assicuraci la direzione della nostra condotta.

10.  Li abbiamo assorditi nella caverna per molti anni.

11.  Quindi li facemmo sentire di nuovo per vedere chi di loro saprebbe meglio contare il tempo che vi erano rimasti.

12.  Noi ti raccontiamo la loro storia con tutta verità. Erano dei giovani che credevano in Dio, ed a’ quali abbiamo anche dato i mezzi di seguire la via retta.

13.  Fortificammo i lor cuori, quando (condotti dinanzi al sovrano)4 si alzarono in piedi, e dissero: Il nostro padrone è il padrone dei cieli, e della terra; non invocheremo altro Dio che lui, altrimenti commetteremmo un gran delitto.

14.  I nostri concittadini adorano altre divinità; possono essi mostrare alcuna prova evidente in favore del loro culto? Havvi mai più colpevole di chi ha fabbricato una bugia riguardo a Dio?

15.  Si dissero allora l’un l’altro: Se voi li abbandonaste, come pure gl’idoli che adorano a fianco di Dio, e se vi ritiraste in una caverna, Dio vi accorderebbe la sua grazia, e disporrebbe per lo meglio le vostre cose.

16.  Avresti veduto il sole, quando sortiva, passare a dritta dell’ingresso della caverna, e quando tramontava, allontanarsi a sinistra; ed essi si trovavano in un punto spazioso della caverna. È un miracolo di Dio. Quegli che [p. 144 modifica] Dio dirige è ben diretto; ma quegli che Dio smarrisce, non potrà trovare ně protettore, nè guida.

17.  Avresti creduto che vegliavano, eppure dormivano; li scuotevamo rivolgendoli ora a dritta, ed ora a sinistra; ed il loro cane era addormentato, colle zampe distese allo ingresso della caverna. Se, arrivando all’improvviso, tu gli avessi veduti in tale stato, saresti tornato indietro fuggendo, intirizzito dallo spavento.

18.  Quindi noi li svegliammo, acciò s’interrogassero a vicenda. Uno di loro domandò: Quanto tempo siete rimasti qui? Un giorno, rispose l’altro, o una sola parte del giorno. Dio sa meglio di tutti, soggiunsero gli altri, il tempo che avete passato qui5. Mandate qualcuno di voi in città con questo danaro; cerchi i migliori cibi, e ve ne rechi per vostro nutrimento, ma che si conduca con civiltà, e non discuopra a veruno il vostro ritiro;

19.  Poichè se gli abitanti lo conoscessero, vi lapiderebbero, ovvero vi costringerebbero ad abbracciare la loro fede. Allora sparirebbe ogni felicità per voi.

20.  Si fece conoscere ai loro concittadini quest’avventura, affinchè apprendessero che le promesse di Dio sono veraci, e che non v’è alcun dubbio sulla venuta dell’ora. Essi si disputavano su queste promesse. Fabbrichiamo un’edifizio sopra (la caverna). Dio conosce meglio di chicchessia la verità sul conto loro. Quei, il cui parere prevalse, dissero: V’inalzeremo una cappella.

21.  Si disputerà sul loro numero. Chi dirà: Eran tre, ed il cane era il quarto. Chi dirà: Erano cinque, ed il cane il sesto. S’indagherà il mistero. Chi dirà: Erano sette, ed il cane l’ottavo. Di’: Dio sa meglio di tutti quanti erano. Vi son ben pochi che lo sanno.

22.  Perciò non disputar punto su ciò, se non è per far mostra, e non domandare su ciò, il parere (di alcun cristiano).

23.  Non dirò mai: Farò tal cosa domani, senza aggiungervi, se Dio vuole. Rammentati di Dio, se mai lo dimentichi, e di’: Forse Dio mi dirigerà alla vera conoscenza di questa avventura6.

24.  Questi giovani restarono nella caverna trecent’anni, e più nove.

25.  Di’: Dio sa meglio di chiunque quanto tempo vi stettero; i segreti dei cieli e terra gli appartengono: Quanto vede bene! quanto sente bene! Gli uomini non hanno altro protettore; Dio non associa alcuno ne’ suoi decreti.

26.  Rivela ciò che ti è stato rivelato del Libro di Dio; non v’è alcuno capace di cambiare le sue parole; fuori che in lui tu non troverai refugio.

27.  Mostrati paziente con quei ch’invocano il Signore mattina, e sera, e desiderano i suoi sguardi. Non distorre gli occhi da essi per ricercare il brio di questo mondo, e non obbedire a colui che abbiamo reso disamorato di noi, che segue le sue inclinazioni, e le di cui azioni non sono che un eccesso.

28.  Di’: La verità viene da Dio; chi vuol credere, creda, e chi vuol essere infedele, lo sia. Noi abbiamo preparato per gl’empi il fuoco che li circonderà da tutte le parti. Quando imploreranno soccorso, loro si darà acqua bol[p. 145 modifica] lente come il metallo fuso che loro abbrucerà la faccia! Che bevanda detestabile! Che orribile luogo di riposo7.

29.  Quei ch’avranno creduto, e praticato opere buone..... certamente, che nen faremo mancare la ricompensà di chi avrà agito meglio.

30.  A questi i giardini in Eden; scorreranno delle acque sotto i loro piedi; si adorneranno di braccialetti d’oro, si vestiranno di stoffe verdi di seta, assisi appoggiati su dei sedili. Che bella ricompensa! Che luogo di riposo meravíglioso!

31.  Proponi loro in parabola quei due uomini: Ad uno di essi demmo due giardini piantati di viti; circondammo questi giardini di alberi di palme, e fra due giardini ponemmo dei campi seminati. Ambedue i giardini produssero frutta, e non furono sterili.

32.  Facemmo scorrere un fiume in mezzo a questi giardini. Quest’uomo raccolse gran quantità di frutta, e parlando col suo vicino gli disse: Io sono più ricco di te, ed ho una famiglia più numerosa.

33.  Entrò nel suo giardino colpevole verso se stesso, e gridò: Io credo che questo giardino non perirà mai.

34.  Io non credo che l’ora arriverà mai; e se io ritornassi dinanzi a Dio avrò in cambio un altro giardino anche più bello di questo.

35.  Il suo amico, mentre così parlavano, gli disse: Non credi tu in colui che t’ha creato dalla terra, poi dallo sperme8, e che ti ha date le proporzioni perfette d’uomo?

36.  In quanto a me, Dio è il mio Signore, e non gli associerò alcun altro.

37.  Perchè non dici piuttosto, entrando nel tuo giardino: Sarà quel che Dio vorrà; non vi è forza se non in Dio. Benchè tu mi vegga più povero, e con meno figli,

38.  Forse Dio m’accorderà qualche cosa che valerà più del tuo giardino; farà cadere dei fulmini dal cielo, ed un bel giorno sarai ridotto in sterile polve.

39.  Le acque che lo bagnano possono sperdersi sotto terra, dove non potrai ritrovarle.

40.  Le possidenze dell’incredulo furono distrutte con tutte le frutta. Egli si torceva le mani, deplorando le spese fatte, poichè le viti restavano sui pali spogliate delle loro frutta, e gridava: Dio volesse che non gli avessi associato altro Dio!

41.  Non vi era alcun esercito che avesse potuto soccorrerlo contro Dio; egli non troverà verun soccorso.

42.  Il proteggere non appartiene che a Dio solo, il Dio vero. Egli sa ricompensare meglio di chiunque, e procurare il più opportuno spediente.

43.  Proponi loro la parabola della vita mondana. Essa rassomiglia all’acqua che facciamo piovere dal cielo; le piante della terra s’immischiano con essa; l’indomane sono secche; i venti le disperdono. Poichè Dio è onnipotente.

44.  Le ricchezze, ed i figli sono gli ornamenti della vita mondana; ma le buone opere che restano ottengono presso il tuo Signore una ricompensa migliore, e danno più belle speranze.

45.  Un giorno quando faremo camminare le montagne, vedrai la terra livellata come una pianura: riuniremo tutti gli uomini, senza scordarne un solo.

46.  Compariranno innanzi il tuo Signore disposti per ordine. Dio dirà loro: [p. 146 modifica] Voi comparite innanzi a me nello stato nel quale vi ho creati la prima volta, e voi credevate che io non manterrei le mie promesse.

47.  Il libro ove sono notate le azioni di ciascuno sarà posto nelle di lui mani; vedrai i colpevoli spaventati per causa di ciò che vi è scritto. Guai a noi! Ma che cos’è questo libro? Veruna cosa è omessa in esso, tanto le più grandi, che le più piccole; egli le ha contate tutte; tutte le loro azioni saranno loro presentate. Dio non lederà alcuno.

48.  Quando si disse agli angeli: Prostratevi ad Adamo, si prostrarono tutti, meno Eblis, che era uno dei genj9; egli si ribellò contro gli ordini di Dio. Prenderete dunque piuttosto per protettore Eblis e la sua razza, che me? Essi sono vostri nemici. Qual detestabile cambio quello dei malvagi!

49.  Io non vi ho preso per testimonj quando creai i cieli, e la terra, e quando creai voi; io non ho chiamato in mio ajuto quei che si perdono.

50.  Un giorno Dio dirà agl’infedeli: Chiamate i vostri compagni, quei che credete Dii. Li chiameranno, ma non otterranno risposta. Metteremo fra loro la valle della distruzione.

51.  I colpevoli vedranno il fuoco dell’inferno, e sapranno che vi saranno precipitati; non troveranno alcun mezzo d’evadersi.

52.  Ci siamo serviti in questo Corano di ogni specie di parabole perchè gli uomini se ne servissero; ma l’uomo intende disputare intorno la maggior parte delle cose.

53.  Che cos’è dunque che impedisce agli uomini di credere, allorchè è stata loro accordata la direzione della via dritta? Qual cosa impedisce loro, d’implorare il perdono di Dio? Forse attendono la sorte de’ loro antichi, o che il gastigo li colga in faccia all’universo.

54.  Noi mandiamo apostoli incaricati di avvertire, e di annunziare. Gl’increduli si prevalgono di argomenti futili per offuscare la verità, e prendono in derisione i nostri miracoli, e le pene di cui son minacciati.

55.  Evvi più colpevole di colui che si rivolge da un’altra parte quando gli si raccontano i nostri insegnamenti, che dimentica le azioni che aveva commesse? Noi abbiamo ricoperto il lor cuore di più invoglie perchè non comprendano il Corano, ed abbiamo assordite le loro orecchia.

56.  Quand’anche tu li chiamassi alla via dritta, non la seguirebbero mai.

57.  Il tuo Signore è indulgente, e compassionevole; se volesse punirli delle lor opere, avrebbe anticipata l’ora del gastigo. Ma hanno un’epoca stabilita per l’adempimento delle minaccie, e non troveranno refugio contro la di lui vendetta.

58.  Abbiam distrutto quelle antiche città per la loro empietà. Le avevano precedentemente minacciate, di ruinarle.

59.  Un giorno Mosè disse al suo servo10: Io non cesserò di camminare [p. 147 modifica] finchè non arriverò al punto in cui i due mari si uniscono, ovvero camminerò per più di ottanta anni.

60.  Quando furono arrivati al confluente de’ due mari, s’avvidero ch’avevano perduto il lor pesce11, che prese una strada sotterranea.

61.  Passarono avanti, e Mosè disse al suo servo: Dacci di che mangiare, abbiamo sofferto molta fatica in questo viaggio.

62.  Che dici mai? (rispose il servo). Quando ci siamo arrestati vicino a questo scoglio, non ho affatto badato al pesce. Non altri che Satana può avermelo fatto così dimenticare, perch’io non me lo rammentassi; il pesce ha preso la strada del mare; è cosa prodigiosa!

63.  Questo io desiderava: rispose Mosè. E ritornarono indietro ambidue.

64.  Incontrarono uno de nostri servi che abbiamo favoriti colla grazia, ed illuminati colla scienza.

65.  Posso servirti, gli disse Mosè, acciocchè tu m’insegni parte di ciò che t’è stato insegnato sulla vera strada?

66.  Rispose (l’incognito): Tu non potrai mai sopportare il mio parlare.

67.  E come potresti sopportare certe cose di cui non comprendi il senso?

68.  Se Dio vuole, disse Mosè, tu mi troverai perseverante, e non disobbedirò ai tuoi ordini.

69.  Ebbene! se tu mi segui, disse (l’incognito) non mi interrogare su qualsiasi cosa, se io non t’abbia parlato.

70.  Si misero dunque in cammino ambedue12, ed ambedue montarono in una barca; lo sconosciuto la danneggiò. L’hai forse rotta, domandò Mosè, per annegare quei che vi sono dentro? Tu vieni con ciò di commettere un’azione stravagante.

71.  Non t’ho io detto che non potresti restare con me?

72.  Non mi biasimare, rispose Mosè, per aver dimenticati i tuoi ordini, e non m’imporre obbligazioni troppo difficili.

73.  Partirono; e camminarono finch’ebbero incontrato un giovine. L’incognito l’uccise. Eh che! tu hai ucciso un innocente che non ha ucciso alcuno; hai commesso un’azione orribile.

74.  Ma non t’ho detto che non potrai mai vivere meco?

75.  Se ti farò ancora un’altra domanda, non mi permetterai più d’accompagnarti. Scusami per questa volta.

76.  Partirono, e camminarono finch’arrivarono alle porte d’una città. Domandarono ospitalità agli abitanti; che ricusarono di riceverli. I due viaggiatori s’avvidero che il muro della città minacciava ruina. L’incognito lo riedificò. Se tu avessi voluto, gli disse Mosè, avresti potuto reclamarne una ricompensa.

77.  Qui ci separeremo, disse lo sconosciuto, ed io t’insegnerò solamente il significato delle cose che sei stato impaziente di conoscere.

78.  La barca apparteneva a povera gente che lavorava in mare; volli danneggiarla, perchè dietro a lei vi era un re, che s’impadroniva di tutte le barche.

79.  In quanto al giovine, i suoi parenti erano credenti, ed abbiamo temuto che non li infettasse colla sua perversità, e colla sua incredulità.

80.  Abbiamo voluto che Dio desse loro in compenso un figlio più virtuoso e più degno d’affetto.

81.  Il muro era l’eredità di due giovani, orfani di questa città. Sotto questo muro vi era un tesoro che loro apparteneva. Il loro padre era un uomo da bene. [p. 148 modifica] Il Signore ha voluto farli arrivare all’età della pubertà per render loro il tesoro. Io non ho fatto tuttoció a capriccio. Ecco le cose di cui sei stato impaziente di conoscere il senso13.

82.  Sarai interrogato (o Maometto) su Dhul’Karnein14. Rispondi: Vi racconterò la sua storia.

83.  Noi stabilimmo la di lui possanza sulla terra, e gli fornimmo i mezzi d’eseguire tutto ciò che desiderava, e seguì una strada.

84.  Camminò finchè arrivò all’occidente; vide tramontare il sole in una fontana fangosa; vicino a quella trovò stabilita una popolazione.

85.  Gli dicemmo: O Dhul’Karnein! tu puoi gastigare questo popolo, o trattarlo generosamete.

86.  Gastigheremo, rispose, tutti gli empj; quindi li abbandoneremo a Dio, che lor farà subire un supplizio orribile.

87.  Ma chi avrà creduto, e fatto il bene avrà una bella ricompensa, e non daremo loro che ordini facili a eseguirsi.

88.  Dhul’Karnein di nuovo seguì una strada,

89.  Fino a che arrivo dove nasce il sole; egli sorgeva sopra un popolo al quale non abbiam dato nulla per ripararsi dal suo ardore.

90.  Sì, era così, e noi conosciamo tutti quei ch’erano con lui.

91.  Egli andò per un’altra strada,

92.  Fino a che arrivò fra i due argini al piè dei quali abitava un popolo che comprendeva appena qualche lingua.

93.  Questo popolo gli disse: o Dhul ’Karnein! Jadjudj, e Madjudj15 distruggono la terra. Possiamo domandarti, mediante una ricompensa, d’alzarci una barriera fra loro, e noi?

94.  Il potere che m’accorda il mio Signore, rispose, è per me una ricompensa più grande. Ajutatemi solamente con zelo, ed inalzerò una barriera fra loro, e voi.

95.  Arrecatemi de’ gran massi di ferro, quanti ne occorreranno per colmare l’intervallo fra le due montagne; soffiate il fuoco finchè il ferro divenga rovente come il fuoco; poi disse: Portatemi del rame fuso affinchè io ve lo getti sopra.

96.  Jadjudj, e Madjudj non poterono salire il muro, nè sfondarlo.

97.  Quest’opera, disse Dhul’Karnein, è un tratto della misericordia di Dio.

98.  Quando arriverà il decreto di Dio, lo ridurrà in pezzi; le promesse di Dio sono infallibili.

99.  Verrà il giorno in cui li lasceremo affollarsi gli uni sugli altri. Suonerà la tromba, e riuniremo tutti gli uomini insieme.

100.  Quel giorno disporremo l’inferno per gl’infedeli,

101.  Per coloro, i di cui occhi erano coperti d’un velo per non vedere i nostri avvertimenti, e che non han saputo ascoltarci. [p. 149 modifica]

102.  Gl’infedeli hanno forse pensato di poter prendere per protettori quei che sono nostri servitori? Noi abbiamo preparato l’inferno per loro abitazione.

103.  Volete voi conoscere quelli che hanno più perduto colle loro opere, .

104.  I di cui sforzi in questo mondo sono stati a solo lor danno, e che nonostante credono d’aver ben operato?

105.  Sono gli uomini che non han creduto ně ai nostri segni, nè che dovranno comparire dinanzi il loro Signore; le loro azioni sono vane, e non assegneremo loro alcun peso il giorno della resurrezione.

106.  La loro ricompensa sarà l’inferno, perchè hanno preso in derisione i miei segni, ed i miei apostoli.

107.  Coloro che credono, e fanno il bene avranno per abitazione i giardini del paradiso.

108.  Abiteranno in essi eternamente, e non desidereranno di cambiar sorte.

109.  Di’: Se il mare si cambiasse in (inchiostro) per scrivere le parole di Dio, il mare si disseccherebbe prima delle parole di Dio, quando anche vi s’impiegasse un altro mare consimile.

110.  Di’: Io sono un uomo come voi, ma ho avuto la rivelazione che non v’è che un Dio solo. Chi spera di vedere un giorno la faccia del Signore, faccia il bene, e non associi alcun’altra cosa creata nell’adorazione dovuta al Signore.


Note

  1. Questo capitolo è intitolato la Caverna, perchè si tratta della Caverna dei Sette Dormientí.
  2. Cioè, è un peccato enorme di dire: Dio ha un figlio.
  3. Non si è d’accordo sul significato della parola rakim. Alcuni credono che sia il nome del cane dei Sette-Dormienti; altri il nome di una tavola su cui erano i nomi di quei che s’erano ritirati nella caverna.
  4. I Sette Dormienti, di cui si tratta qui, dovevano essere giovani di buone famiglie di Efeso, sotto il regno dell’imperatore Decio, che i commentatori chiamano per errore Deciano.
  5. Ogni qualvolta nel Corano una persona fa una domanda ai suoi compagni, invece d’impiegare il pronome noi parla alla seconda persona del plurale, ancorchè faccia parte dei compagni. Così, per conservare questa particolarità del testo arabo, abbiamo tradotto: Quanto tempo siete rimasti qui? invece di, siamo rimasti qui?
  6. Maometto, interrogato dagli ebrei sui Sette Dormienti, promise di risponder loro il giorno seguente, dimenticando d’aggiungere: Se piace a Dio. In gastigo di quest’oblio, la rivelazione si fece attendere alcuni giorni.
  7. La parola del testo è mortefik che vuol dire appoggiatojo. Maometto avendo detto prima che i riprovati saranno circondati di fuoco, ed avranno l’acqua bollente per dissetarsi, esclama che la bevanda e l’appoggiatojo sono orribili.
  8. Cioè, prima la creazione diretta d’Adamo cavato dal fango; poi la creazione della specie umana per mezzo della generazione.
  9. Questo passo imbarazza i commentatori. Eblis è qui contato fra i genj el-djinn, razza intermedia fra gli uomini e gli angeli, e la di cui natura, ed origine sono vagamente definite nel Corano, come in quasi tutte le religioni. Eblis era prima un angelo, la sua ribellione lo fece precipitare dal cielo, divenne Satana, el-cheitan, il diavolo, il tentatore, il nemico dichiarato degli uomini. Gli angeli non possono aver figli e non peccano, mentre i genj si riproducono, peccano, e subiranno i gastighi dell’altra vita. Si vede dai passi del Corano cap. 2, vers. 96, e cap. 19, vers. 69 che le parole genj, e Satana sono identiche; si può provare ancora dai passi analoghi cap. 27, vers. 59 e 40 e cap. 72, vers. LXXII. Per mettere il lettore al caso di tirarsi da ogni dubbio, noi traduciamo per tutto la parola Cheitan per Satana, Cheiatin, plurale di Cheitan, per demonj, e djinn per genj.
  10. Giosuè.
  11. Avevano preso un pesce; nel luogo stesso ove spariva, Mosè doveva trovare quello che cercava.
  12. Cioè Mosè, e l’incognito. Non è più questione di Giosuè.
  13. Lo sconosciuto, di cui si tratta, è Khedr che i maomettani riguardano come un profeta, benchè fuori della linea de’ profeti mandati agl’Israeliti, ed ai popoli dell’Arabia. È un personaggio misterioso che avrebbe trovato la fontana della vita, bevuto le sue acque, e sarebbe così divenuto immortale.
  14. Possessore di due corna. Sotto questo nome i maomettani intendono parlare di Alessandro il Grande. La parola karn (corno) avendo anche il significato di estremità, si crede che fosse attribuita al conquistatore Macedone, perchè avea sottomesso l’Oriente, e l’Occidente. Altri vogliono intendere un re arabo egualmente celebre per le sue conquiste, a cui fu dato lo stesso soprannome.
  15. Questi sono Gog, e Mogog della Bibbia. Secondo i maomettani, Alessandro il Grande ha dovuto contenere le scorrerie dei barbari dell’Asia Orientale, inalzando le barriere di cui si parla nel versetto 95.