Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro secondo/10

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Libro secondo - Capitolo 10

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La Signoria elegge cittadini d’ambedue le parti, e si consiglia con loro della salute della città. Proposta di una nuova Signoria mista di Bianchi e di Neri; Perché non potuta accettare da’ Priori dell’ottobre (fra gli ultimi dell’ottobre e i primi del novembre 1301).

I signori Priori elessono XL cittadini d’amendue le parti, e con loro si consigliavano della salveza della terra, acciò che da niuna delle parti non fussono tenuti sospetti. Quelli che aveano reo proponimento, non parlavano: gli altri aveano perduto il vigore.

Bandino Falconieri, uomo vile, dicea: "Signori, io sto bene; perch’io non dormia sicuro"; mostrando viltà a’ suoi adversari. Tenea la ringhiera impacciata mezo il dì; e eravamo ne’ più bassi tempi dell’anno.

Messer Lapo Salterelli, il quale molto temea il Papa per l’aspro processo avea fatto contro a lui, e per appoggiarsi co’ suoi adversari, pigliava la ringhiera, e biasimava i signori, dicendo: "Voi guastate Firenze: fate l’uficio nuovo comune; recate i confinati in città". E avea messer Pazino de’ Pazi in casa sua, che era confinato; confidandosi in lui che lo scampasse, quando fusse tornato in stato.

Alberto del Giudice, ricco popolano, maninconico e viziato, montava in ringhiera biasimando i Signori, perché non s’affrettavano a fare i nuovi, e a fare ritornare i confinati. Messer Lotteringo da Monte Spertoli dicea: "Signori, volete voi esser consigliati? fate l’uficio nuovo, ritornate i confinati a città, traete le porti de’ gangheri; ciò è, se voi fate queste due cose, potete dire d’abbattere la chiusura delle porti".

Io domandai messer Andrea da Cerreto, savio legista, d’antico ghibellino fatto guelfo nero, se fare si potea uficio nuovo sanza offendere gli Ordini della Giustizia. Rispose che non si potea fare. E io, che n’era stato accusato, e appostomi che io avea offesi quelli Ordini, proposimi observarli, e non lasciare fare l’uficio contro alle leggi.