Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro terzo/13

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Libro terzo - Capitolo 13

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I Neri, che già avevano tentato d’aver Pistoia per mezzo del Cardinale di Prato, vi rivolgono novamente le mire, e le pongono assedio (1305, ...maggio).

Il cardinale Niccolao da Prato, che molto avea favoreggiata la sua elezione, era molto in sua grazia. E essendo stato Legato in Toscana, come è detto, avendo avuta balìa da’ Pistolesi di chiamare signoria sopra loro per IIII° anni, acciò ch’egli avesse balìa, nella pace, di ciò che di Pistoia si domandava. Ché Parte nera volea, che gli usciti Guelfi tornassono in Pistoia, dicendo: "Noi non faremo pace, se Pistoia non si racconcia, però che, pacificati noi, i Ghibellini terrebbono Pistoia, perché messer Tolosato ne è signore, e così saremo ingannati"; e Pistoia si dicea esser data alla Chiesa. E la promessa del Cardinale non valse, perché di Firenze fu cacciato, come è stato detto.

Perduta i Neri ogni speranza d’avere Pistoia, diliberorono averla per forza: e con l’aiuto de’ Lucchesi vi vennon e posonvi l’assedio, e afforzoronvisi, e steccaronla, e fecionvi bertesche spesse con molte guardie.

La città era nel piano, piccioletta, e ben murata e merlata, con forteze e con porti da guerra, e con gran fossi d’acqua; sì che per forza avere non si potea, ma attesono ad affamarla; perché soccorso avere non potea: i Pisani loro amici gli aiutavano con danari, ma non con le persone; i Bolognesi erano poco loro amici.