Da chiuder gli occhi, e da serrarsi fora

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Da chiuder gli occhi, e da serrarsi fora Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Nel teatro del Mondo Quando spinge vêr noi l'aspro Boote
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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VI

PER TEODORO BEZA.

Da chiuder gli occhi, e da serrarsi fora
     Ambe le orecchie, e dell’udir privarsi,
     O fornirsi di piume, ed affrettarsi
     Oltre i confin della vermiglia Aurora,
     5Quando ci son presenti
     Cose più ree, che mostri, e che portenti.
Come soffrir si può, che spirto impuro
     Un terso specchio di virtù si stimi?
     E che di gigli s’orni, e sì sublimi
     10Con vanti d’onestade un Epicuro?
     E ch’ei spieghi la Fede
     Dell’eterno Monarca in cui non crede?
Ecco apparir da scellerata scuola,
     In che sotto Calvino a nutrir s’ebbe
     15Il fiero Beza; e per tal modo ei crebbe,
     Che oracolo si fea di sua parola,
     In Ginevra sofferto
     Qual novello Mosè dentro al deserto.
Ed ei, che in gioventude il cor contento
     20Tenne su Pindo fra pensier lascivi,
     E che le ciance de’ Poeti Argivi
     In Losanna spiegò per poco argento,
     Valse con modi indegni
     Infestare i regnanti, ardere i regni.
25Or quanto tempo all’esecrato nome
     Perdoneransi i meritati inchiostri?
     Ha rotto i voti, ha profanato i chiostri;
     Ivi con froda le bell’alme ha dome;
     Ha predati gli Altari,
     30E d’ôro sacro ha carchi i grembi avari.
Sasselo Francia, ove stendardo atroce
     Ei dispiegò della milizia inferna,
     Allor che ad onta della legge eterna
     Vibrava tuon d’abbominevol voce,
     35Alto gridando: o sciocchi,
     Perchè tanto nel ciel rivolger gli occhi?
Fra le stelle alcun Dio non fa soggiorno,
     Che possa, o voglia ritenerci a freno,
     Se a noi stessi oggidì non vegniam meno,
     40Nostro sarà quanto veggiamo intorno;
     Col sembiante s’adori,
     Ma non sia Deïtà ne i nostri cori.