Dalle dita al calcolatore/V/1

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1. Le grandi esplorazioni

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[p. 94 modifica]1. Le grandi esplorazioni

La metà del I millennio a.C. è un periodo di grande fervore nelle esplorazioni geografiche marittime e terrestri. Figlio di quel periodo è Erodoto. Con le sue Storie ci tramanda una gran messe di notizie sui paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, che egli visita personalmente raccogliendo dati certi, curiosi aneddoti e miti.

Anche le esplorazioni marittime sono memorabili. Il faraone Neco (regnante fra il 610 e il 595) dà incarico ai marinai fenici di esplorare le coste meridionali del continente africano: essi ne compiono il periplo e rientrano in Egitto dopo tre anni.

Le successive esplorazioni marittime sono compiute da Annone (cartaginese), Ecateo di Mileto, Pitea di Marsiglia e Nearco di Creta. Ecateo e Pitea possono essere considerati i tipici rappresentanti del mondo greco: navigatori coraggiosi, colti, con mentalità scientifica.

Ecateo (560-490 a.C.) effettua viaggi in Egitto e nelle province dell’impero persiano; esplora la Lidia, la Tracia e le coste del Mar Nero. Nel 500 a.C. circa, naviga lungo le coste nord-occidentali del Mediterraneo, giungendo fino allo stretto di Gibilterra. Con i [p. 95 modifica]dati raccolti, realizza un manuale di geografia. È interessante come, già allora, lui consideri la mitologia greca come una congerie di storie assurde.

Pitea (360-290) nel marzo del 320 parte da Marsiglia, varca lo stretto di Gibilterra, costeggia la penisola iberica fino a Capo Ortegal, attraversa il Golfo di Biscaglia fino alla penisola di Bretagna (Francia), passa in Cornovaglia, risale tutta la costa britannica, poi segue la costa continentale fino alla foce dell’Elba, si dirige a nord ed esplora le coste della Norvegia fino a 63 gradi di latitudine (Trondheim). Raccoglie una gran mole di dati sulle latitudini, sulle maree e i rapporti con le fasi lunari; parla anche degli iceberg e della brevità delle notti artiche. Come era da aspettarsi, nessuno dei suoi contemporanei lo prende sul serio. come si immaginava la terra nel 6° secolo a. C.