De mulieribus claris/XXXIX

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Capitolo XXXIX. Lavinia, figliuola del Re Latino

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Capitolo XXXIX. Lavinia, figliuola del Re Latino
XXXVIII XL


LAVINIA, sola figliuola del re Latino e d’Amata sua moglie, reina de’ Laurenti, della schiatta di Saturno, finalmente fu moglie d’Enea, nobilissimo duca de’ Trojani, è più famosa per la guerra di Turno, re de’ Rutoli, che per altra sua opera. E questa certamente per singolare onore1 di sua bellezza, e per lo regno di suo padre, al quale ella pareva rimanere erede, era dimandata con somma istanza per moglie da Turno re de’ Rutoli, ardentissimo giovane: e di questo avea data isperanza, Amata, madre di Lavinia, la quale già di quello con grande istanza era favorevole al nipote2. Ma Latino per augurio, avendo inteso, dover dare la figliuola per moglie a un forestiere signore, era tardo a consentire alla moglie, anzi essendo sopravvenuto Enea da Troja, Latino, sì per gentilezza di sua schiatta, come per ammaestramento dell’augurio, domandando Enea sua amistà, promisegli la figliuola; per la qual promessa fu cominciata la guerra tra Enea e Turno. E dopo molte battaglie, Lavinia con le ferite, col sangue e la morte di molti nobili nomini fu tolta per moglie da Enea3, essendole innanzi Amata, sua madre, per isdegno morta d’un capestro4. E sono nondimeno alcuni che hanno detto, la guerra essere stata dopo il matrimonio; ma come la cosa sia stata, è manifesto che Lavinia ebbe un figliuolo da Enea, famosissimo principe; e essendo morto Enea presso lo fiume Numico innanzi che ella partorisse, temendo Ascanio suo figliastro, lo quale era rimaso signore, dicesi, che ella si partì, e abitando per selve, partorì quello postumo, e posegli nome Julio Silvio. E certo essendo Ascanio più benigno verso della matrigna, che ella non credeva; e avendo edificato perse Alba, volontariamente lasciò lo regno del padre5 a Lavinia, che avea nell’animo l’antica nobiltà di sua schiatta, vivendo onestamente e castamente tenne, e servò quello infino che regnasse Silvio compiutamente. Alcuni hanno detto, che poichè ella si partì delle selve, ella si maritò a uno chiamato Melampode; e che Ascanio nutricò Silvio con benevolenza di fratello.


Note

  1. Cod. Cass. persingulare amore di sua bellezza. Test. Lat. formositatis suæ decus.
  2. Cod. Cass. la quale gia di quella chongrande istanza gia era farevore al nipote. Test. Lat. eique ex eo spem fecerat Amata mater, quæ avia desiderio nepotis favebat impense.
  3. Test. Lat. ab Enea in Laviniæ nuptias itum est.
  4. Cod. Cass. duncapresto. Test. Lat. laqueo.
  5. Test. Lat. regnum patrium reliquit.