Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro decimo – Cap. X

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Libro decimo – Cap. X

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Della architettura - Libro decimo – Cap. IX Della architettura - Libro decimo – Cap. XI

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De le strade, o vero viaggi per terra, de le vie per acqua, et de lo argine.

cap. x.


S
Eguita che la regione, che da per se non è bastante a generare tanti nutrimenti che bastino a suoi habitanti, ella gli habbia d’altronde con più commodità che è possibile. Faranno a questo proposito le strade et i cammini; i quali bisogna che sieno tali che per essi commodamente et con facilità si possino ne tempi opportuni portare tutte le cose necessarie. Le sorte di viaggi sono due (il che dicemmo altrove al luogo loro) quello per terra, et quell’altro per acqua, che la strada non sia fangosa, ne guasta da le carra, oltre allo alzarla (nel modo che noi dicemmo) bisogna avertire che vi possa assai il Sole, et i venti; et le ombre poco. Appresso al bosco di Ravenna a questi tempi per haver i paesani con tagliarvi de li alberi allargata la strada, et fatto che v’entra il Sole, di cativissima è diventata molto buona. Questo si può vedere sotto gli alberi, che sono lungo la strada, che, perche il terreno in quel luogo si rasciuga più tardi standovi assai l’ombra, vi si fanno dal calpestio de le bestie alcuni laghetti, o pozzanghere, i quali raccogliendo le pioggie, sempre stanno humidicci, et sempre si allargano. Ma il camino o strada per acqua sarà di due sorti: l’una che si potrà mettere in canali, come un fiume, o una fossa d’acqua; l’altra che non si possa far cosi, come è il Mare. Et parmi di poter dire che ne fiumi sieno alcuni difetti non altrimenti che ne vasi, dove per aventura eglino habbino il fondo, o i lati non atti, non saldi, o non commodi. Conciosia che per reggere, et portare le navi ci sia bisogno [p. 269 modifica]di non poca acqua, questa se ella non hà le ripe salde, che la tenghino, sboccherà, et guastando le possessioni si dilaterà, et si perderà spargendosi, talmente che guasterà ancora le strade per terra che non te ne potrai valere. Oltra di questo se il fondo andrà torcendo in quà, et in là, chi dubita? l’onda veloce rifiuterà la nave, che non potrà contro all’acqua. Aggiugnici ancora che se dal fondo vi sarà cosa alcuna scabrosa, et che si rilievi col dorso allo insuso, impedirà le navi. Nello haver portato lo Obelisco di Egitto a Roma conobbono che il Tevere era più atto all’esser navigato che il Nilo, quello haver il fondo più largo per la maggior parte, et questo altro esser più potente per la profondità de le acque. Ne per questo affare de le navi habbiamo tanto bisogno de la abbondanza de le acque, quanto de fondi: Ancor ch’e’ ci giovi assai la larghezza, percioche l’acque diventano più tarde per le ripe. Quando il letto del fiume non sarà stabile, non harà anco questo fiume le ripe gagliarde: ogni letto di fiume è quasi instabile, salvo che quello, che noi dicemmo, ch’era buono per collocarvi sotto una muraglia, cioè che quel terreno per la sua sodezza disprezzi il ferro: et sarà al tutto mutabile quel letto che harà le sue ripe di creta, et che correrà sul piano de la campagna, che harà sotto, il terreno pieno di rilevati, et che le cose vi rullino sopra. Quel fiume che harà cattive sponde, harà ancora il fondo a scaglioni, dove alto, et dove basso, et sarà impedito da li escrementi de le rovine, et de tronconi, o de le pietre, o de le machine che se li attraverseranno, quelle ripe saranno del tutto cattivissime, et mutabili in ogni momento, le quali vi saranno state poste da le piene. Da questo smottar de le ripe ne seguitano quelle cose, che si dicono del fiume Meandro, et de lo Eufrate, perche per fendere quello un terreno debole, si muta ogni dì di letto hora in quà, et hora in là: Et a lo Eufrate spesso si ritura il canale del suo corso, per lo smottare de le sue ripe. A si fatti difetti de le ripe i nostri Antichi provedevano con fare la prima cosa uno argine: et il modo del fare uno argine si referisce a gli altri modi del far le muraglie, percioche egli è di grande importantia il sapere con che modo di linee tu l’habbia a tirare, o con che sorte lavoro tu l’habbia a fare, a fermarlo. Quello argine che si farà con linea diritta secondo il corso del fiume, non sarà certo disfatto dall’onde, ma quello argine, che sarà fatto a traverso del fiume, se e’ sarà debole, sarà dal fiume gittato per terra, o se e’ sarà basso, il fiume vi passerà. Quello argine che in cotesto luogo non sarà gittato a terra, diventerà maggiore più l’un dì che l’altro sino nel fondo. Perche il fiume vi porrà quelle cose, che egli harà condottevi, et ammontandovisi quasi per salirvi, si alzerà di letto, et lasciate quì quelle cose, che e’ non potrà portare, o spignere più avanti, si volterà altrove. Se con l’impeto, et con la forza sua e’ gitterà l’argine a terra, a l’hora sarà lo sforzo suo in quel modo che io ti dissi, riempierà i luoghi voti, moverà in diverse parti il letto, et se ne porterà seco tutte quelle cose, che se gli attraverseranno: ma lascierà le cose gravi, et quelle che malvolentieri si muovono (andando pian piano) insieme con la furia del corso: et di quì è che le piene nelle bocche dove elle rompono ne campi, vi lasciano la rena più grossa nella parte più alta, dipoi si trova lo accrescimento del terreno più leggieri, et più fangoso. Ma se la piena supererà lo argine, et li passerà sopra, all’hora si commoverà il terreno schernito per la caduta de le rovinanti onde, et le cose commosse dal corso dell’acque saranno portate via sino a tanto che cavatovi sotto una fossa, scalzato detto ardine rovinerà. Ma se la onda certamente correndo si riscontrerà in un argine nè diritto, nè anche a traverso del suo corso, ma cosi per fianco, molesterà et nocerà per il piegarsi et per la larghezza del fiume l’una et l’altra ripa, non meno questa da la quale ella è ricevuta che quella altra nella quale ella si percuote. Et un piegamento è quasi il medesimo che una cosa attraversata; per il che patirà de le medesime offensioni, le quali sono moleste alle cose attraversate, [p. 270 modifica]et insieme rovinerà per l’impeto de l’acque, le quali certamente saranno tanto più impetuose, et tanto più moleste, quanto più vi saranno in quel luogo ritrosi, veloci, et più torbidi (per dir cosi) che vi gorgoglino: il ritroso et lo aggiramento de le acque è come un succhiello ne fiumi, al quale non è durezza alcuna, che lungamente gli possa resistere. Et questo si può vedere sì a torno de ponti di pietra, quanto da la parte di sotto sieno scavati, et a fondi di letto; si ancora a torno a quei luoghi del fiume, dove egli stretto da le ripe sbocca in luoghi più larghi, quanto l’acqua cadendo et aggirandovisi consumi et divori cioche di ripa se li oppone. Io ardisco di dire che il ponte di Adriano in Roma è il più gagliardo edificio che mai sia stato fatto da gli huomini, nondimeno le piene l’hanno ridotto a tale, che io dubito che ei non possa resistere molto tempo. Le piene ogni anno caricano le pile di molestie, de pedali et de rami de gli alberi che elle levano via de la campagna, et in gran parte hanno riturati i vani de gli archi. Per la qual cosa adviene che le acque gonfiano, et per questo cascano da alto ritrosi d’acque precipitosamente, et molesti che quivi si raggirano; adunque scavano sotto le poppe de le pile, et fanno danno à una tanta machina. Insino à quì basti de fianchi de fiumi. Tratteremo hora del fondo del fiume. Scrive Erodoto che Nicotrice presso a Mesopotamia ritardò il corso de lo Eufrate che andava troppo veloce, con farlo andar piegato et torto: et certamente che e’ ne seguita di ciò questo che la acqua si mantien più, dove ella corre più tardi; et è questa una cosa simile come se alcuno scenda da uno alto monte per una via non precipitosa, ma hora per un sentiero su la man manca, et hora su la destra. Et che la velocità del fiume sia causata da lo havere il fondo a pendio, è assai manifesto. Il corso del fiume troppo veloce, et ancora il troppo tardi è nocivo all’un bisogno et all’altro, perche questo cava sotto et fa rovinare le ripe, et quell’altro genera facilmente l’herbe, et facilmente diacci: chi ristrignesse un fiume, harebbe forse maggior fondo, et chi abbassasse il letto del fiume, harebbe le acque più basse: nello abbassare il letto del fiume et in levar via gli impedimenti, et in nettarlo, si tien quasi il medesimo ordine, et la medesima regola de quali ne diremo dipoi; ma lo abbassare il letto in questo lato si farà indarno, se già il fondo di verso il Mare non seguiterà parimente basso, che l’acque vi possino correre.