Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro I/CAPO V

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V. Della lettura delle sante Scritture.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
V. Della lettura delle sante Scritture.
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CAPO V.


Della lettura delle sante Scritture.


1. Nelle sante Scritture si dee voler cercare la verità, e non l’eloquenza. Tutti i santi libri con quello spirito sono da leggere, che e’ furon dettati. Nelle Scritture si vuole ricercare anzi l’utile, che la sottilità del parlare. Così volentieri dobbiamo [p. 12 modifica]noi leggere i divoti e’ semplici libri, come i sublimi e’ profondi. Non ti muova l’autorità di chi scrive, se egli sia di grande, o di piccola letteratura; ma sì l’amore della pura verità a leggere ti conduca. Non indagar chi abbia detto la cotal cosa; ma a quello che è detto riguarda.

2. Gli uomini vanno al niente, ma la verità del Signore dura in eterno. Senza accettazion di persone in varie maniere ci parla Iddio. Ma la nostra curiosità spesse volte ci dà impedimento nella lezione delle Scritture, quando vogliamo intendere, e disaminare in que’ luoghi, ne’ quali sarebbe anzi da passar oltre semplicemente. Se tu vuoi cavarne profitto, leggi con umiltà, con semplicità e con fede, nè affettar mai il nome di saggio. Interroga di buon grado, e ascolta in silenzio le parole de’ Santi; nè avere in dispetto i proverbi de’ vecchi; perchè a caso non furono profferiti senza consiglio.